Delia

Il gufo saggio

- Racconti in libertà -

Premessa

Parla Anacleto:

"Avevamo affermato che il mio "libro dei racconti" era terminato.
Poi però, dato il successo che le mie storie stanno riscuotendo in rete, i miei "superiori" mi hanno proposto di continuare a raccontare: con che coraggio rifiutare?
E allora proseguo, finché mi verranno le ispirazioni, con una serie di RACCONTI IN LIBERTA', cominciando con il mio album fotografico."

1 - Album fotografico

La prima foto risale a quasi 20 anni fa: la mia famiglia. Come si può vedere, sono sempre stato la "pecora nera" (o meglio marrone), il "diverso", quello che metteva sempre tutto in dubbio e in crisi.
Con i miei fratelli andavo d'accordo, invece i miei genitori si lamentavano sempre che li facevo disperare: andavo dove non avrei dovuto, ero molto curioso, e questo mi portava ad essere un "diverso"; ora i miei genitori non ci sono più da parecchio tempo, e i miei fratelli se ne sono andati in altri territori ed è da molto che non li vedo più, non so più nulla di loro.

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con successive modifiche.

Quando sono diventato un "giovanotto" ho incontrato una gufetta proprio carina, Mary, e me ne sono innamorato perdutamente. Anche lei mi voleva bene, e avevamo deciso di mettere su famiglia insieme; però un brutto giorno non è più tornata da un volo di ricognizione, e non ho mai saputo cosa le fosse successo.

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Sono andato in depressione per parecchio tempo, volevo morire, la vita mi sembrava che non avesse più nessun significato.
Poi un giorno un gatto saggio, che mi stava tenendo d'occhio da un po', mi fece una paternale, dicendomi che la vita deve andare avanti, che non si deve soccombere al dolore, ma bisogna trovare dentro di sé la forza e scoprire lo scopo per cui si è nati.

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Le sue parole avevano una tale forza e una tale saggezza che dovetti dargli ragione. Forse la vita di coppia non era quella che la mia Anima-Gruppo aveva predisposto per me, forse il mio compito era un altro, e magari per portarlo avanti avevo bisogno di solitudine, di raccoglimento, per poter "guardarmi dentro" e scoprire il vero perché ero venuto al mondo così diverso dagli altri gufi.

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Ringraziai di tutto cuore il mio gatto-maestro, e mi ritirai nel profondo della foresta a meditare e a chiedermi cosa dovessi fare della mia vita.

Poi un giorno come un flash mi arrivò la risposta: dovevo istruirmi e diventare a mia volta un maestro per animali allo sbando (e forse anche per umani...)

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Così cominciai a studiare, e quello che apprendevo via via riempì il vuoto che mi aveva lasciato la mia gufetta perduta. Mi appassionai talmente alla conoscenza che presto ritrovai le mie motivazioni profonde e la mia gioia di vivere.

E diventai maestro.

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Trovai un posto bellissimo per creare la mia scuola, un gazebo che era stato costruito e poi abbandonato dagli umani, un posto perfetto, racchiuso e pur aperto, sulle quali balaustre ci si poteva appollaiare, mentre chi non aveva le ali (nella mia lunga carriera ho insegnato ad animali di molti tipi) poteva stare comodamente seduto all'interno.

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Ebbi diverse classi di studenti, ma quella che ricordo con maggiore tenerezza è stata la prima, quando ancora ero un "praticante": un gruppo di simpaticissimi gattini. E' vero che si divertivano a farmi i dispetti, soprattutto il secondo partendo da destra, mi nascondevano le cose, mi portavano i topini morti (quelli secondo loro erano regali!), giocavano tra di loro durante la lezione; ma io non me la prendevo, li amavo moltissimo, in realtà ho compensato con loro tutta la mia solitudine e il mio amore frustrato, e alla fine questa cosa mi ha veramente "ricompensato", attraverso la loro gioia e il loro affetto.

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con successive modifiche.

Oltre a questi poi c'era il gatto Timmy, il "secchione", un po' petulante, che ogni volta che facevo una domanda alla classe per indagare chi sapeva quella cosa, alzava sempre la zampa: "Io lo so, io lo so! Chiedi a me, lo so!"

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Naturalmente insegnai a parecchie classi di piccoli gufi, in molti dei quali rivedevo me stesso da piccolo. In genere erano tutti molto attenti e molto diligenti e mi hanno dato veramente molta soddisfazione. Con loro ho potuto dare il meglio di me stesso, compresi molti insegnamenti "superiori".

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Un allievo speciale, arrivato molto tempo più tardi, che ricordo con particolare affetto, è l'Orso Berto, che aveva perso la possibilità di frequentare la scuola regolare e che veniva da me da solo, a lezione privata, anche perché si vergognava di fronte agli altri della sua ignoranza.
Con lui ho riso molto, faceva il buffone e mi teneva veramente su di morale, pur essendo molto attento e diligente.

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Altri due allievi saltuari sono stati il castoro Camillo, che, poverino, era quasi cieco, però ce la metteva tutta per imparare...

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...e un koala timidissimo, che se ne stava aggrappato su un ramo, ascoltava in silenzio, e non mi ha mai voluto dire il suo nome. Ma era tranquillo, non dava alcun fastidio, per cui l'ho lasciato assistere tutte le volte che voleva.

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Insomma, la mia carriera di insegnante mi ha dato un sacco di soddisfazioni, ha riempito la mia vita, e ora che sono vecchio mi piace ricordare tutti quelli che sono venuti da me per imparare, li tengo tutti nel mio cuore (ce ne sono molti altri, ma non di tutti ho le foto); ogni tanto qualcuno mi viene a trovare, ricordiamo il passato e trascorriamo un po' di tempo in dolce conversazione, riflettendo anche sulla vita che viviamo ora.
E mi piace anche quando incontro qualche umano come te, Gloria, che ha piacere di ascoltare le mie storie, e magari me ne racconta qualcuna delle sue, così continuo a imparare anch'io e a mantenermi attivo.

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2 - Lo stallone e la fatina

C'era una volta uno stallone selvaggio che, per seguire delle piste odorose ignote che lo avevano stimolato, si era allontanato troppo dal suo branco e lo aveva perso.

Lo aveva cercato lungo la valle e oltre, ma del branco nessuna traccia.
Prima si depresse un po', poi cominciò ad arrabbiarsi, fino a diventare furioso.

La solitudine gli fece quasi perdere il lume della ragione: se ne andava in giro come un forsennato, correndo qua e là per la valle; finché arrivò ai margini della foresta. Entrò, sperando che i suoi compagni si fossero rifugiati lì, ma non li trovò. Il suo disappunto crebbe a dismisura, fino a diventare rabbia cieca, e cominciò a scorrazzare per la foresta dando testate agli alberi, calpestando tutto, senza preoccuparsi della possibilità di distruggere la piccola vita che c'era ai suoi piedi.

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Lo Spirito della foresta cominciò a preoccuparsi, e a cercare una soluzione, visto che la situazione stava diventando veramente insostenibile.
Chiamò la fatina Ella:
"C'è uno stallone impazzito che si aggira tra gli alberi" - le disse - "facendo un sacco di danni. Ho fiducia in te e nelle tue capacità magiche; ho pensato di dare a te l'incarico di domarlo."

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Ella si preoccupò parecchio: non aveva mai fatto una cosa del genere, affrontare uno stallone selvaggio e quasi impazzito, ebbe un po' paura, ma sapeva che non poteva esimersi dal tentarci. Lo Spirito della Foresta aveva fiducia in lei, e comunque anche lei era addolorata per tutti i piccoli esseri che perdevano inutilmente la vita calpestati dagli zoccoli dello stallone; inoltre, anche se se per lei era una cosa assolutamente nuova, aveva fiducia in sé stessa e nelle sue possibilità latenti.
L'unica sua arma era la forza interiore, vestita dalla dolcezza e dalla grazia con cui si presentava.

Cercò lo stallone, si presentò a lui, gli chiese il suo nome e perché fosse così arrabbiato.
"Mi chiamo Styl" - rispose lui, meravigliato dal coraggio della fatina - "sono arrabbiato perché ho perso il mio branco e sono rimasto solo."
"Se vuoi ti faccio compagnia io."
"Tu???, cosa puoi fare tu per me, così minuta e insignificante?"
"Non sono insignificante."
Ella si eresse in tutto il suo potere di fata
"Sono piccola, ma sono una fata, ho dei poteri che tu, con tutta la tua potenza fisica, neppure ti immagini. Non posso certo farti ritrovare il tuo branco perché se lo hai perso c'è sicuramente un motivo che per ora non puoi comprendere, ma posso darti altre cose, che forse potranno riempire la tua vita al posto dei tuoi amici."
"... con cui in realtà non andavo molto d'accordo..." aggiunse lo stallone.
"Lo vedi che c'è qualcosa sotto? Forse non eri adatto a loro o loro non erano adatti a te, il che è lo stesso. Forse sei pronto a fare un "passaggio di livello", portare la tua prestanza dal livello fisico a un livello più alto."
"Cosa vuol dire?"
"Posso insegnarti a volare."
"Ma io le ali non le ho."

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"Posso prestarti le mie, anche se per te sono piccole, ma vanno bene per fare una prova. Poi se ti piace, se ti trovi bene, ti accompagno dall'Anima-Gruppo dei cavalli alati, e chiediamo che ti vengano fornite delle ali adatte perché tu possa entrare nel loro branco che, detto tra noi, è molto meglio che un comune branco di cavalli selvatici."
"Non è che la tua idea mi intrighi molto, però cosa mi costa? Proviamo!"
Ella si sfilò le sue ali leggere, salì in groppa a Styl e da lì guidò le sue ali a muoversi e a portarlo in alto.
A dire il vero fu un voletto di prova abbastanza insignificante: Styl era troppo pesante per quelle ali delicate, però quel poco gli piacque, si immaginò cosa poteva essere con delle ali forti adatte a lui.
Così accettò la proposta di Ella che velocemente si riappropriò delle sue ali.

Andarono dall'Anima-Gruppo dei cavalli alati, dove trovarono Pegaso, il cavallo alato degli dei.

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Ella con il suo fare dolce e suadente spiegò la situazione e pregò perché venisse loro donato un paio di ali adatte a Styl.
Pegaso non osò rifiutare, lo stallone selvaggio ebbe in dono le sue grandi e potenti ali e cominciò subito a provarle, sotto la guida attenta di Ella, e in breve imparò ad usarle alla perfezione.

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(openclipart.org/detail/308668/winged-unicorn-low-poly) con modifiche.

Ed ora che possono volare entrambi, Ella e Styl sono diventati amici inseparabili e scorrazzano insieme per il cielo, pieni di entusiasmo e di gioia, guardando il mondo dall'alto, alla ricerca di sempre nuove avventure.
A volte volano insieme solo loro due, a volte si uniscono a Pegaso e al suo gruppo di cavalli alati che solcano gioiosamente il cielo a quote vertiginose.
In questo caso Ella sale in groppa a Styl e così può arrivare ad altezze per lei impensabili con le sue piccole ali diafane e sperimentare una ebbrezza sublime, mai provata prima.

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3 - Il gatto e il topo

Il gatto Edgar aveva una folle paura dei topi.

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Questa decisamente è una cosa anomala per un gatto che si rispetti.
La causa che aveva creato questa paura era stata uno shock che aveva subìto quando era ancora piccino: si era addormentato all'angolo di una strada, senza accorgersi che proprio dietro quell'angolo c'era un topo che, per timore che lui si svegliasse e potesse rubargli il pezzo di formaggio che a sua volta era riuscito a rubare, lo aveva colpito con una freccetta mentre dormiva. Non gli aveva fatto tanto male, ma la cosa improvvisa e inaspettata si era registrata come trauma dentro di lui e gli aveva lasciato dentro il terrore per tutti i topi.

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Ovviamente era diventato lo zimbello di tutti i topi della zona, che se la ridevano di lui della grossa e che facevano apposta a passargli davanti e a corrergli tra le zampe per divertirsi nel vedere le reazioni assurde che gli provocavano.

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Ma non tutti erano così dispettosi e non comprensivi.
Tra di loro c'era Topino Martino, dal cuore d'oro, a cui quel povero gatto faceva proprio compassione: percepiva il suo stress e il suo malessere, e voleva aiutarlo e diventargli amico.
Provò a portargli un dono, ma niente da fare, appena Edgar lo vide se la diede a gambe.

Pensa e ripensa, gli venne un'idea: in genere il gioco e la risata unisce, sia i bambini che a volte anche gli animali.
A lui piaceva molto andare sui pattini, sugli schettini e sullo skateboard, ed era diventato molto bravo e abile.
Cominciò ad andare in giro sullo skateboard per la strada, finché da lontano vide Edgard: facendo apposta fece un gran ruzzolone, e rimase a terra apparentemente tramortito.

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(openclipart.org/detail/321882/a-rat-on-a-skateboard).

Edgard pensò che fosse morto, e piano piano si avvicinò a guardare.
Martino aprì un occhio, poi tutti e due, poi facendo finta di essere pieno di dolori lentamente si alzò, e cominciò a parlare con dolcezza al gatto.
"Non devi avere paura di me, non ti farei mai del male, né tu ne farai a me, possiamo diventare amici, aiutarci, condividere il cibo che troviamo, giocare insieme, sostenerci nelle difficoltà. Cosa te ne pare? Ci stai?"

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Edgard si commosse percependo nel topo verità e offerta di amicizia.

"Vedi, amico gatto, i traumi si possono superare mettendo al loro posto delle cose diverse e belle. Un topino un tempo ti ha spaventato perché ha reagito al timore che aveva di te, e che probabilmente era infondato.
Adesso un altro topino, io, ti propone amicizia e gioco.
Potresti imparare ad andare sui pattini, così poi possiamo divertirci insieme."
"D'accordo, ci provo", rispose il gatto.

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Con la supervisione di Martino, Edgar un po' per volta imparò ad andare sui pattini, e quando cominciò a essere sciolto e veloce i due presero ad andare in giro insieme, facendo le gare, divertendosi un mondo e rinsaldando sempre di più la loro amicizia.

4 - La cornucopia

Era una bella giornata: il sole splendeva ridente in cielo, l'aria era fresca perché era primavera, tutto stava germogliando e fiorendo intorno, la natura si stava ridestando nel suo massimo splendore.

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Gli scoiattoli stavano pranzando sul loro tavolo preferito, un vecchio tronco di un albero tagliato dai boscaioli molto tempo addietro.

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All'improvviso nel cielo passò in volo un'aquila multicolore che con le sue grida chiese attenzione: "Sta arrivando un messaggio per voi!"

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Difatti arrivò di corsa un topo-postino con una missiva per tutti gli abitanti di quel bosco: "Dall'altra parte del fiume gli dèi hanno donato una cornucopia piena di ogni ben di dio, andate, andate, andiamo, che ce n'è per tutti!"

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(openclipart.org/detail/313121/mail-mouse).

Tutti si misero in agitazione: per gli abitanti di quel bosco, piuttosto affamati per aver appena superato l'inverno, il periodo più critico dell'anno, quando era piuttosto difficile riempire a sufficienza lo stomaco, una notizia del genere non sembrava vera: cibo, cibo in abbondanza per tutti! Andiamo a partecipare!

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(openclipart.org/detail/291418/squirrel).

Uno scoiattolo di vedetta su un ramo esclamò a voce alta: "E' vero, al di là del fiume si sta raccogliendo molta gente, sembra proprio che ci sia una festa!"

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Un altro, che aveva a disposizione tre ghiande le guardò con stupore: esiste qualcosa in più di questo? Magari fosse vero!

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Poi, rivolgendosi al suo amico castoro dispettoso che stava allenando i denti sul palo di un cartello di divieto: "Smettila di fare stupidaggini, forse c'è qualcosa di meglio da fare e da mangiare che rosicchiare un pezzo di legno quasi marcio!"

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"Andiamo al di là del fiume a vedere cosa succede!"

Trovarono una vecchia barca abbandonata, ci salirono e attraversarono il fiume.

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Meraviglia delle meraviglie! In mezzo al prato c'era veramente una cornucopia piena di cibo, lasciata lì o donata da chissà chi. Qualcuno diceva che erano stati gli dèi, qualcuno diceva gli umani compassionevoli per la fame degli animali... ma poi cosa importava chi? Quello che contava era che c'era cibo in abbondanza per tutti. Evviva! Per gli animali questo era più che sufficiente.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/308596/cornucopia-lq).

Stava arrivando di corsa un coniglio che aveva fatto cuocere il mais e l'aveva trasformato in popcorn - che buoni! Molti non avevano mai assaggiato una tale squisitezza!

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Un gatto nero stava leggendo il menu, una lista lunghissima di cibo: ce n'era veramente per tutti in abbondanza!

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Un piccolo scoiattolo era alle prese con una nocciola più grande di lui...

Disegno condiviso da Gorkhs
(openclipart.org/detail/308571/cute-squirrel).

Un bradipo su un ramo stava pregando che qualcuno gli portasse del cibo, vista la lentezza con cui lui avrebbe potuto muoversi. Subito qualcuno accolse la sua richiesta, e fu sfamato anche lui.

Disegno condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/301220/sloth).

Un coniglio stava cuocendo le carote mentre il suo amico, impaziente, se le mangiava crude.

Disegno a sinistra condiviso da Mahua Sarkar (openclipart.org/detail/281457/chief-rabbit).
Disegno a destra condiviso da tzunghaor (openclipart.org/detail/169210/bunny-eating-carrot).

Un gatto "signore" aspettava che qualcuno lo servisse, mentre il "domestico" lupo si affannava a lavare le stoviglie.

Disegno a sinistra condiviso da rones (openclipart.org/detail/217845/eating-cat).
Disegno a destra condiviso da Firkin (openclipart.org/detail/283141/wolf-dishwasher).

Un Kiwi si stava mangiando un succosissimo kiwi.

Disegno condiviso da Juhele
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Arrivarono anche due elefantini, un koala e un gattino con dei palloncini per rallegrare ancora di più l'atmosfera già così vivace della festa imprevista.

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E alla fine arrivò anche un piccolo fauno che si mise a suonare il suo flauto, mentre gli uccellini gli facevano coro e le farfalle gli svolazzavano intorno alla testa molto compiaciute.

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Insomma, fu un momento memorabile per quel bosco, anche perché la cornucopia, come è suo compito, più la si svuotava più tornava a riempirsi, e gli animali poterono sfamarsi a sazietà per parecchio tempo.

Poi un giorno così come all'improvviso era comparsa, all'improvviso sparì, e nessuno sa perché, ma negli animali del bosco ne rimase il ricordo gioioso per molto, molto tempo!

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5 - La festa danzante

Un giorno, nell'occasione di una festività particolare, nell'aia di una fattoria arrivò un trio di gatti musicisti girovaghi e propose ai residenti di suonare e cantare per loro, in cambio di cibo e alloggio per i tre giorni di esibizione.

La proposta venne accettata con entusiasmo, si preparò lo spazio adatto e i tre gatti cominciarono subito a fare musica. Erano veramente bravi e coinvolgenti, ci mettevano l'anima, soprattutto il gatto cantante, che aveva una voce bellissima.

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Immediatamente arrivarono gli uccellini del circondario, che fecero coro, compreso un gufo, che però stonava un po', ma nessuno lo contestò, aveva diritto anche lui di essere creativo a modo suo, poi il volume del concerto generale era molto più alto di lui.

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Il gallo della fattoria, sentita la musica, arrivò anche lui con il suo "Chicchiricchì", anche se ormai il suo momento era passato da un pezzo: nessuno lo contestò.

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Le rane del fossato presero a gracidare: anche il loro canto non era molto in armonia ma, come per il gufo, nessuno le rimbrottò, e accettarono che facessero parte del concerto generale, anche perché la cosa più importante era l'allegria che suscitavano.

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Anche i fiori cominciarono a cantare e, dall'alto del cielo il Sole cominciò a suonare un tamburello per dare il ritmo.

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Dal casolare uscì la figlia del fattore, che amava moltissimo cantare e ballare, e con i suoi movimenti gioiosi aprì le danze.

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Un po' per volta tutti gli animali della fattoria si unirono alla sua danza.

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Il secondo giorno della festa dal bosco vicino arrivarono due orsi, madre e figlio, che si unirono alle danze, e poi anche un pipistrello che prese a volare in una danza sfrenata che preoccupò non poco quelli che si muovevano sul terreno, ma non successe niente di spiacevole, lui rimase abbastanza in alto da non sfiorare nessuno.

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Un procione gioioso si unì al gruppo con i suoi movimenti buffi.

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E poi arrivò un leone addomesticato, che aveva chiesto un permesso speciale al circo vicino, e che si mise a fare la sua danza tribale non più per far divertire il pubblico, ma per suo puro piacere.

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In cucina la famigliola di biscotti allo zenzero cominciò a ballare sul tavolo.

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Intorno a loro i bambini della fattoria si misero a fare il girotondo prima di mangiarseli per merenda.

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Il terzo giorno della festa, come sua conclusione e completamento, arrivò un derviscio, a cui avevano parlato della universalità della festa che si stava conducendo nella fattoria, che portò il suo contributo di danza sacra per completare le belle energie che si stavano creando in quello spazio.

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E fu così che quella bellissima festa terminò con un grande sorriso...

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...e con la gioia nel cuore.

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6 - Mago Pinguino

Mago Pinguino viveva nella sua capanna nel bosco, vicino al cerchio delle pietre sacre, dove tutte le mattine si recava: si metteva in piedi nel centro, evocava i colori e chiedeva agli spiriti di natura ispirazione per il suo compito di quella giornata.

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Moini (openclipart.org/detail/174987/wizard-penguin),
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nicubunu (openclipart.org/detail/11473/rpg-map-symbols-magic-stones),
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Un giorno, mentre era ancora in meditazione nel suo cerchio sacro, arrivò la Fata Pinguana.
Attese che Pinguino avesse terminato il suo rito quotidiano, che fosse uscito dal cerchio di pietre e gli parlò:

Disegni condivisi da Moini
(openclipart.org/detail/175056/fairy-penguin - openclipart.org/detail/174987/wizard-penguin).

"Buongiorno, Mago Pinguino, ben trovato! Sono venuta a cercarti per chiederti aiuto per una situazione che io da sola non sono in grado di risolvere.
C'è un fantasma che infesta il palazzo del Re Pingu, che la notte va in giro spaventando tutti. Uno per volta se ne stanno andando via per il terrore, e Re Pingu è rimasto solo.
Ha promesso un grosso compenso per chi lo libererà dal fantasma e farà tornare la vita come era un tempo, tranquilla e prosperosa."

Mago Pinguino riflettè a lungo, e poi disse "Andiamo".

Si recarono insieme al castello. Re Pingu era chiuso, da solo, nella sua stanza, molto spaventato, e non volle vedere nessuno.

Disegno condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/306302/castle-14).

Mago Pinguino si recò nella sala dei ricevimenti; aiutato da Fata Pinguana creò un largo spazio vuoto nel centro, disegnò il pentagono sacro, misero 5 cristalli ai vertici al posto delle pietre sacre della foresta, e attesero la notte.

Poco prima della mezzanotte, mentre Fata Pinguana rimaneva in piedi dietro il trono vuoto del re, Mago Pinguino si situò al centro del pentagono, evocò i colori e attese, invocando aiuto dallo Spirito della Madre Terra, mentre il pianista che aveva pregato di aiutarlo eseguiva la sonata "Al chiaro di luna".

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Di lì a poco si udì un rumore di catene, e nella grande sala apparve il fantasma.

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Mago Pinguino lo salutò con gentilezza e cominciò a parlargli dolcemente:

"Mio caro, tu qui non sei al tuo posto. Sei un'anima inquieta che ha perso la sua strada. Posso aiutarti a ritrovarla e a percorrerla, verso il posto di quiete e di serenità che ti aspetta.
Se vuoi il mio aiuto vieni qui con me al centro del cerchio!"

Il fantasma tentennò un po', poi accettò, ed entrò nel cerchio sacro con Pinguino, che continuava a invocare gli spiriti e a chiedere il loro intervento.

Disegno condiviso da Moini
(openclipart.org/detail/175017/penguin-in-heaven).

La sua preghiera fu accolta, perchè arrivò dopo poco un angelo-pinguino che prese per mano il fantasma e lo portò via con sè, nel suo posto di pace.

Mentre Mago Pinguino rimetteva a posto la sala, Fata Pinguana andò ad avvisare il Re Pingu che il fantasma non c'era più, che un angelo se l'era portato via.

Il re fu molto felice e qualche giorno dopo, chiamato un suo ambasciatore, fece recapitare al Mago la ricompensa che aveva promesso.

Disegno condiviso da Moini
(openclipart.org/detail/188623/oriental-penguin-1).

Ma né a Mago Pinguino né a Fata Pinguana l'oro interessava: loro avevano naturalmente tutto ciò che occorreva per la loro vita e per il loro lavoro, per cui dissero all'ambasciatore di distribuire la ricompensa tra il popolo.

Disegno condiviso da Moini
(openclipart.org/detail/189359/penguins-just-love-openclipart).

Ovviamente furono tutti molto felici: si ripartirono equamente il tesoro, a secondo delle necessità di ognuno.
Il castello fu di nuovo abitato perché quelli che erano scappati, sapendo che non era più infestato, tornarono e la vita nel regno riprese, operosa e serena.
A ricordo davanti al castello fu messo un gran fiore arcobaleno, simbolo di pace (*) e prosperità che rallegrava la vista di tutti quelli che entravano.

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(*) "Pongo il mio arco sulle nubi perché sia il segno dell'alleanza tra Me e la Terra." (Genesi, capitolo 9, a conclusione della narrazione del diluvio universale)

7 - L'albero antico

Bambini, venite qua vicino a me, sedetevi vicino alle mie radici, ho delle storie da raccontarvi. Sono molto vecchio e nei tre secoli che ho vissuto ho visto tante cose e vorrei condividerle con voi.

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I due bambini si sedettero ai piedi dell'albero e cominciarono ad ascoltare attenti.
"Quando ero giovane e il mio tronco era molto più sottile, spesso bambini come voi, vestiti in modo molto diverso, come si usava a quei tempi, venivano a giocare qui vicino, e a volte facevano il girotondo intorno a me. Io mi divertivo molto, anche perché mi sembrava che mi abbracciassero.
Allora la vita era molto più semplice, e ci si divertiva veramente con poco.

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Quando poi sono diventato più grande e più robusto, c'erano tre bambine che venivano spesso da me: il loro papà aveva legato un'altalena a un mio ramo, e loro si divertivano un mondo, salendo tutte e tre insieme. Io ero un po' preoccupato perché temevo che il loro peso mi spezzasse il ramo, ma non è mai successo, evidentemente ero già sufficientemente forte!

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Qualche volta veniva un'altra bambina da sola, con la sua bambola. Si sedeva sull'altalena con l'aria triste, a volte anche arrabbiata. Io cercavo di consolarla, ma non si è mai voluta aprire con me, per quanto amichevole io cercassi di essere con lei, e non ho mai saputo il motivo del suo malessere.

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A volte invece veniva un maialino giocoso che, quando i bambini non c'erano, si dondolava sulla loro altalena, divertendosi un mondo. Era un maialino un po' particolare, a dire il vero; aveva l'abitudine di vestirsi e di comportarsi come un essere umano!

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Ero molto felice, anche quando non avevo nessuno intorno a me, perché ero parte della natura tutta: gli uccellini e le farfalle che svolazzavano attorno a me, il vento che scompigliava piacevolmente i miei rami, il sole che mi scaldava, la pioggia che mi bagnava e che rendeva la terra umida e fertile...

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Crescevo in fretta sia in altezza che in estensione, tanto che spesso in molti venivano a ripararsi dal sole cocente sotto le mie fronde.

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Di notte c'era un gufo mio amico che si appollaiava su un mio ramo, e mi raccontava tante cose che vedeva durante i suoi voli, e che io non potevo sapere, visto che non mi era possibile muovermi.

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Un altro "ospite" un po' inconsueto era un gatto nero, che spesso si arrampicava su di me e mi prendeva come posto di vedetta notturna del suo territorio di caccia.

In effetti gufo e gatto erano un po' in concorrenza, poiché cacciavano più o meno le stesse prede (topini, ghiri, a volte lucertole...), però riuscivano ugualmente a convivere senza "pestarsi troppo i piedi".

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Però la cosa che mi piaceva di più erano i nidi che gli uccellini facevano tra le mie fronde, ed era una gioia quando nascevano i piccolini, vedere come i genitori li ingozzavano di vermi e di insetti vari.

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Una volta un serpente salì sui miei rami per rubare le uova da un nido, ma il proprietario, che lo vide, si slanciò su di lui per difendere le sue tre uova e i suoi futuri piccoli; ma quello che veramente salvò la situazione fu un trampoliere che riuscì a catturare il serpente che l'uccellino aveva fatto cadere dal ramo e se lo mangiò.

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Purtroppo nel parapiglia due delle tre uova si ruppero, e quando venne il momento della nascita rimase un solo pulcino a riempire il nido; dico a riempire perché la sua mamma lo ingozzò tanto, essendo l'unico figlio rimasto, che divenne così grande da non riuscire quasi a star dentro nel nido!

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Poi c'erano gli scoiattoli, che abitavano all'interno di me, in buchi in parte fatti da altri animali, come i picchi, in parte formatisi in modo naturale.
Non potete immaginare quanto solletico mi facevano andando su e giù per i rami e dentro e fuori dalle loro tane! Ridevo e mi divertivo, sono veramente adorabili!

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Un'altra cosa che mi piaceva molto era quando gli umani venivano a fare il picnic ai miei piedi, sul tavolo di legno che la guardia forestale aveva piazzato di fianco a me. Mi divertivo a sentirli parlare e ridere e imparavo molte cose sul loro conto.

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Poi il papà metteva un asse su un tronco e i bambini giocavano a dondolarsi; a volte cadevano e piangevano, subito la mamma andava a consolarli, e così il gioco ricominciava.

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E mentre i bambini giocavano il papà si rilassava su una amaca che legava tra me e l'albero vicino... e russava come un trombone...

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Un'altra cosa particolare a cui ho assistito è stato l'innamoramento di un fungo porcino per una funghetta galletta, che tra l'altro aveva già un figlio. Ma al porcino non importava, vedeva solo lei, e alla fine ottenne la sua... mano.

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In autunno spesso i bambini venivano a giocare con i mucchi di foglie secche ai miei piedi, ed era uno spasso vedere come si divertivano: sarebbe piaciuto anche a me potermi distaccare dalle mie radici e rotolarmi tra le mie foglie cadute!

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Insomma, devo proprio dire che ho avuto una vita piena di esperienze molto interessanti a cui ho assistito e in qualche modo partecipato, e che mi hanno fatto sentire ricco di consapevolezza, che ora mi piace condividere con chi è disposto ad ascoltarmi.

8 - La principessa Elisa

In un piccolo regno del lontano oriente viveva Elisa, una dolce principessa, erede al trono, essendo figlia unica. Aveva una governante, Anna, che la curava fin da quando era bambina e le era molto affezionata, quasi come una sorella. Non c'era una grande differenza di età tra le due donne perché la governante era stata assunta, ancora giovinetta, quando la principessa aveva 10 anni, alla morte prematura della madre.
Ora anche il padre, il re, stava morendo, dopo una lunga malattia.
Chiamò la figlia, le diede tutte le istruzioni necessarie per governare il regno con saggezza... e morì serenamente.

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Fecero funerali solenni.
Dopo una settimana avrebbe dovuto esserci la cerimonia di investitura della principessa, che ormai aveva la maggiore età, perchè diventasse regina del regno.
Ma un mago nero, che era stato aiutante del re e che ambiva al potere, con una magia fece sparire tutti i sudditi (non molti per la verità) dal palazzo reale.

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Quando al mattino Elisa e Anna si svegliarono e non videro più nessuno nel palazzo, uscirono all'aperto per vedere cosa fosse successo. Ma qui le aspettava il mago, che creò un tornado che ghermì le due donne e le portò lontano, molto lontano.

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Le due si ritrovarono in un paese sconosciuto, cercarono di orientarsi e cominciarono a camminare, facendosi coraggio a vicenda e sperando di percorrere la direzione giusta verso la loro dimora.

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Camminarono a lungo, finchè giunsero in un posto strano dove viveva un mago azzurro.
Elisa con la sua sensibilità sentì che questo era un mago buono e giusto, e lo supplicò di aiutarla.

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Il mago osservò e interpretò il volo degli uccelli.

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Dopo di che spiegò ad Elisa quello che era successo, e le disse che per superare la magia nera dell'altro mago avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di 7 animali, che dovevano portare su di sè i colori dell'arcobaleno e che avrebbero dovuto rappresentare i 5 elementi: terra, acqua, fuoco, aria, etere, più un animale del giorno ed uno della notte.
Ognuno di essi le avrebbe dato un aiuto, in cambio di qualcosa di suo che lei avrebbe dovuto donargli.

Elisa ringraziò il mago e chiese cosa poteva dargli in cambio.
"Ora nulla; quando avrai riconquistato il tuo regno verrò a farti da consigliere così che il tuo governo sia buono e giusto."

Così le due donne si incamminarono. Attraversarono un bosco e su un ramo videro un camaleonte arcobaleno, l'animale dell'elemento terra.

Terra

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Elisa molto gentilmente chiese il suo aiuto e anche cosa poteva dargli in cambio.
Il camaleonte le indicò la direzione verso il mare, e in cambio volle una ciocca dei suoi capelli. Elisa gli diede i capelli, lo ringraziò e si avviò.

Arrivarono al mare, dove sul bagnasciuga trovarono una grossa tartaruga marina, l'animale dell'elemento acqua.

Acqua

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La tartaruga chiese ad Elisa il suo anello di acquamarina, da portare nel fondo del mare, e in cambio le diede indicazioni della direzione per trovare l'animale dell'elemento fuoco.

Fuoco

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Incontrarono l'uccello di fuoco arcobaleno che volle la cintura di Anna in cambio dell'indicazione del prossimo tratto di strada.

Nel frattempo era scesa la notte. Arrivò un pipistrello, che volle un po' delle loro unghie da mangiare; le due donne si accorciarono le unghie e diedero i pezzetti tagliati al pipistrello, che vegliò il loro sonno fino al mattino.

Notte

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Furono svegliate dal canto di due uccellini multicolori, animali dell'aria, che chiesero ad Elisa il suo ventaglio per proteggere dal troppo sole i loro piccoli nel nido; le dissero di seguire la direzione del loro volo per trovare l'animale del giorno.

Aria

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(openclipart.org/detail/247809/low-poly-prismatic-stylized-birds-silhouette).

Così seguendo gli uccellini arrivarono in una prateria dove trovarono un branco di cavalli selvaggi, animali del giorno.

Giorno

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Tra di essi ce n'era uno, uno solo, multicolore, che si avvicinò alle due ragazze e in cambio della borsa di Elisa le prese in groppa entrambe e le portò al punto dove inizia l'arcobaleno.
"Qui vi devo lasciare, ora chiamate l'animale dell'elemento etere che vi potrà portare al di là dell'arcobaleno. Buona fortuna!"
E se ne andò al galoppo.

Elisa non sapeva come fare. poi le venne un'intuizione: si mise a cantare, con la bella voce che aveva, un richiamo dolce e sicuro, mentre Anna le faceva il controcanto.

Di lì a poco arrivò un drago, attirato dai loro suoni: dopo averle fatte salire sul suo dorso, le portò al di là dell'arcobaleno. In cambio chiese di essere ammesso a corte stabilmente, come guardiano e protettore.
Elisa accettò con gioia.

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GDJ (openclipart.org/detail/238652/prismatic-low-poly-tribal-dragon-design) e
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Al di là dell'arcobaleno trovarono il paese di Elisa dove nel frattempo il mago nero aveva preso il potere e spadroneggiava. Il drago gli si avvicinò, sputò il suo fuoco su di lui e lo ridusse in cenere.

Disegno di base condiviso da presquesage
(openclipart.org/detail/172533/mountain).

I cuori di Elisa e di Anna esultarono nel tornare a casa, e divennero arcobaleno, contenendo in sè tutti i colori e tutte le qualità.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/231130/festive-heart).

Elisa riprese il posto che le spettava di diritto, divenendo regina di quel piccolo ma fiorente regno, con la sua amica Anna sempre vicina a lei; venne fatto venire a corte come consigliere stabile il Mago Azzurro, mentre il Drago Arcobaleno sorvegliava i confini impedendo a qualsiasi malintenzionato di entrare.

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/192526/girls-day-dolls-hinamatsuri).

Il regno di Elisa fu lungo e saggio; i cortigiani che erano stati allontanati dal mago nero tornarono, sulla "barca del drago", richiamata dal Drago Arcobaleno, e ognuno riprese il suo giusto posto a palazzo, nel sereno piccolo e prospero stato dell'estremo oriente.

Disegno di base condiviso da oksmith
(openclipart.org/detail/312100/seven-gods-of-luck-and-good-fortune-2).

9 - Il gatto azzurro

Buongiorno. Mi presento: sono Gatto Azzurro.
Voi direte: "Ma quando mai si è visto un gatto azzurro? Ci sono gatti bianchi, neri, grigi, rossi, arancione, ma verde e azzurro nessuno ne ha mai visti."
E avete ragione.

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Qualcuno, amante delle favole, potrebbe pensare che ero un Principe Azzurro che è stato trasformato in gatto da una strega cattiva, e ci è andato anche abbastanza vicino (anche se i Principi Azzurri tradizionalmente vengono trasformati in rane e rospi e non in gatti, e anche se la cosa non mi sarebbe dispiaciuta!) - No, non è così, sono sempre stato gatto.

Sono nato nero nero in una cucciolata di gatti pezzati, e da sempre sono stato considerato la "pecora nera" (non certo dalla mia mamma che mi amava come tutti gli altri, ma dalla gente in generale).

Disegno di base condiviso da waider
(openclipart.org/detail/185055/little-cat-vector).

Ma si sa, gli umani spesso sono superstiziosi (cornetti, tocca ferro, ecc...) e un gatto nero dicono che porta sfortuna, guai poi se attraversa la strada, bisogna tornare indietro.
Ma non sono tutti così, c'è chi ama molto i gatti neri, in particolare le streghe, perché li credono dotati di poteri malefici che a loro fanno molto comodo.
Ma io non ero così, ero un gattino nero buono buono, che chiedeva solo di essere nutrito e amato, e desiderava avere qualcuno da amare, ero un "angelo" di gattino...

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/229220/angelic-cat-black).

Ma tant'è, la gente vede negli altri solo quello che vuole vedere, oppure quello che le fa comodo, così quando fui abbastanza grande da poter essere staccato dalla mia mamma venne una streghetta che mi reclamò per sé.

Non era cattiva, non faceva malefizi per danneggiare le persone, ma non aveva molto sale in zucca e non capiva che la libera volontà va rispettata, così faceva filtri d'amore e cose del genere per assoggettare alcuni ad altri (i quali pagavano anche parecchio per ottenere questi "vantaggi"!)

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/326747/witch-and-cauldron).

A modo suo mi voleva bene, ma pretendeva che io la aiutassi con la mia energia nei suoi sortilegi. Però io in cuore avevo solo energia d'amore e non potevo accontentarla. Così un giorno si arrabbiò e mi disse che non meritavo di essere un gatto nero, che non ne ero degno (dal suo punto di vista!)
Fece una magia e mi fece diventare azzurro.

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/227472/blue-cat).

Non che l'azzurro non mi piaccia, è un bellissimo colore, ma io mi sentivo snaturato. Ero nato come gatto nero, e così non mi sentivo più io.

La streghetta nel frattempo mi aveva rimpiazzato con un altro gatto nero, molto più "degno" di me, che la accontentava come aiutante, mentre io mi sentivo reietto e messo da parte.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/289257/cute-witch-sitting-on-pumpkin).

Allora me ne andai, solo e desolato, a cercare qualcuno che potesse aiutarmi.

Disegno di base condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/281824/angry-cat).

Nel mio peregrinare incontrai un vecchio mago buono, che comprese la mia situazione e mi diede un suggerimento:

Disegno condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/261969/wizard-2).

"Vai in giro per il mondo emanando tutto il tuo amore e la tua disponibilità," - mi disse - "guarda le persone negli occhi, soprattutto le donne giovani, finché ne troverai una che a livello intuitivo comprenderà il tuo bisogno, ti accoglierà con sé e ti amerà tanto da arrivare a baciarti sul naso."

Così cominciò la mia vita da girovago. Ero talmente dolce che molte persone vedendomi così solo ed abbandonato mi davano da mangiare, per cui non patii mai la fame, ma in quanto affetto le cose erano più difficili, nessuno voleva prendersi in carico definitivamente una nuova bocca da sfamare e un piccolo essere da accudire, a tempo indeterminato.

Finché un giorno incontrai Emma, una dolce ragazza che mi prese con sé: viveva da sola e si manteneva facendo la cameriera in un fast-food (così mi portava gli avanzi... mica male!). Io la guardavo con tenerezza e lei mi ricambiava, finché una sera, presa da una specie di raptus, mi baciò sul naso.

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/285874/girl-kissing-kitten).

Accadde il miracolo: nel giro di pochi minuti il maleficio cessò e il mio pelo piano piano ridivenne completamente nero.
Emma rimase di stucco, non sapeva cosa pensare, ma io la guardai con tanta gratitudine e amore che lei accettò la situazione senza farsi troppi problemi: è vero, avevo cambiato colore, ma non mi ero trasformato in un mostro, ero pur sempre rimasto il suo gattino.
Così accettò di buon grado la nuova situazione... e mi diede una razione extra di croccantini per suggellare il nuovo patto tra di noi.
Poi mi prese tra le braccia, mentre io facevo le fusa a più non posso, che probabilmente mi sentivano dall'appartamento vicino!

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(openclipart.org/detail/250142/girl-with-cat).

Così da allora viviamo felici insieme: io la aspetto quando torna stanca dal lavoro e mi struscio avanti e indietro alle sue caviglie, lei mi prende in braccio, mi bacia, poi ci sdraiamo insieme sul divano mentre lei si riposa un po' (io in realtà mi sono riposato tutto il giorno, ma le sto vicino continuando a fare le fusa piano piano, che a lei piace tanto e la rilassa).

Mi ha comprato un collarino rosso con una targhetta dorata, di cui vado molto fiero, il nome con cui mi chiama è Tommy, e ora mi sento veramente me stesso, un bel gattone nero dolce e affettuoso, per la gioia della mia nuova padroncina, che amerò e proteggerò sempre, per tutta la mia vita!

Disegno di base condiviso da johnny_automatic
(openclipart.org/detail/381/black-cat).

10 - Mamma orsa

Mamma Orsa e i suoi due piccoli, Billo e Billa, erano in giro per la foresta in cerca delle succose bacche primaverili.
Avevano dormito tutto l'inverno e adesso che cominciavano a muoversi il loro stomaco reclamava di essere riempito.

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/333218/grizzly-and-two-babies).

I due orsacchiotti, fratello e sorella, si amavano molto, andavano d'accordo, giocavano insieme fingendo di lottare per diventare più forti, ma sempre alla fine si abbracciavano per dimostrarsi a vicenda che l'essere avversari era stato solo una finta.

Disegno condiviso da oksmith
(openclipart.org/detail/317404/love-bear).

Nella ricerca di cibo Mamma Orsa si imbatté in un bellissimo cespuglio di lamponi rossi e cominciò a raccoglierli; era talmente presa da questa operazione che non si accorse che i suoi due piccoli si erano allontanati.

Disegno condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/292361/shafers-colossal-rasberries).

Cominciò a cercarli e a chiamarli:

Disegno di base condiviso da rones
(openclipart.org/detail/217805/bear-said-template).

Poco lontano trovò Billa che, scivolando, era caduta per terra ed era rimasta lì stordita...

Disegno di base condiviso da johnny_automatic
(openclipart.org/detail/375/startled-bears).

Disegno di base condiviso da Mardigann
(openclipart.org/detail/301262/practica-oso-circulos).

...mentre Billo era tutto impiastricciato del miele di cui si era ingozzato, dopo averlo rubato a un alveare vicino...

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/241510/bear-eating-honey).

...mentre l'ape derubata anziché arrabbiarsi se la rideva per il pasticcio che Billo aveva combinato su di sé.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/305508/grinning-honey-bee).

L'orsa si scusò con l'ape per il disastro combinato dal figlio, lo leccò bene per ripulirlo (così si mangiò pure lei un po' di miele), tirò in piedi Billa, sgridandola un po' per non aver fatto attenzione a dove metteva le zampe, e i tre ripresero il cammino.

I due orsacchiotti non ce la facevano più, erano stanchi. Ormai la fame era stata saziata da tutti i frutti zuccherini che avevano trovato in giro (e anche dal miele!), e loro non desideravano altro che andare a dormire.
Stavano seduti per terra e non ne volevano sapere di muoversi.

Disegno condiviso da PrinterKiller
(openclipart.org/detail/166981/teddy-bear).

Ci volle del bello e del buono, tutta la pazienza di Mamma Orsa che, dopo averli sgridati ora doveva usare le maniere gentili e accattivanti, visto che non poteva portarli con sé di peso.

Li convinse che la loro casa era vicina, e che avrebbero avuto un buon posto in cui dormire, e li accattivò anche con la promessa di leggere loro una storia per farli addormentare più dolcemente.

I due orsacchiotti si convinsero e a fatica ripresero a seguire la mamma.

Di lì a poco trovarono la loro casetta che li aspettava.

Disegno condiviso da anarres
(openclipart.org/detail/299648/rustic-house-from-glitch).

Come prima cosa appena arrivati Billo, a cui era passata di colpo la stanchezza, e che aveva la passione di fare il parrucchiere, tagliò un po' il pelo dietro la testa alla sorella, che però gli si addormentò "sotto i ferri".
Era proprio l'ora di andare a dormire!

Disegno di base condiviso da johnny_automatic
(openclipart.org/detail/376/bear-gets-haircut).

Mamma Orsa preparò i letti, aiutò i piccoli a sdraiarsi (soprattutto Billa che non stava più in piedi).

Disegno di base condiviso da frankes
(openclipart.org/detail/232007/hibernating-bear-lineart).

Disegno di base condiviso da frankes
(openclipart.org/detail/232006/dormating-bear-coloured).

Poi si mise a letto anche lei vicino ai due figli e, come promesso, lesse loro (o meglio solo a Billo, perché Billa dormiva già della grossa) la storia promessa, prima di crollare addormentata anche lei, ricordando e sognando la sedia a dondolo dove amava trastullarsi quando era più giovane e senza la responsabilità di due figli da nutrire e da crescere, che però, nonostante i pensieri e le preoccupazioni che le procuravano, erano il suo motivo di vita, il suo amore e la sua gioia.

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/230940/teddy-bear-rocking-chair).

11 - Il bruco gentile

Era una bella giornata, il sole splendeva, la temperatura primaverile era mite e la vita nel prato stava riprendendo il suo ciclo di rinascita.
A un certo punto comparvero dei nuvoloni all'orizzonte.

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In particolare arrivò una nuvola giocosa, e anche un po' dispettosa, che cominciò a riversare acqua sul prato, fino a quel momento completamente asciutto e pieno di animaletti in cerca di qualcosa con cui nutrirsi.

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Nel giro di mezz'ora il prato fu quasi completamente allagato; tutti gli animaletti cercarono di ripararsi nei punti più sollevati, da dove l'acqua defluiva verso il basso. Alcuni sapevano nuotare, ma molti annegarono.

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La Signora Coccinella era disperata: era piuttosto lontana da casa, lei sapeva volare, ma i suoi piccoli non ancora, avrebbero rischiato di annegare come tanti altri, la loro casa era al di là del prato, che era cosparso di pozze e di rigagnoli. Cosa fare?
Ci sarebbero voluti dei ponti, come quello che aveva visto tempo prima volando qua e là:

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Ma nel prato non c'erano ponti. Le venne un'idea: tempo prima aveva fatto amicizia con un grosso bruco verde che le era sembrato un essere molto disponibile.
Lasciando i suoi piccoli al sicuro su un grande sasso andò a cercarlo.
Lo salutò gentilmente e spiegò la situazione di emergenza in cui si trovava.

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Al bruco che, detto tra noi, era un po' innamorato della Signora Coccinella, anche se sapeva benissimo che il suo era un amore impossibile, non parve vero poter fare qualcosa per lei.

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Fece un po' di prove per vedere se poteva fare lui da ponte, e vide che, sì, ce la poteva fare. Allora disse alla Signora Coccinella di andare a prendere i suoi figli.

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Li accompagnò a casa passo passo, facendoli passare su di sé su ogni rigagnolo che incontravano.

La Signora Coccinella era sollevata e felice, e quando arrivarono a casa invitò il bruco ad entrare e gli offrì una tazza di tè con dei pasticcini; da allora la loro amicizia si rinsaldò... fino a quando al bruco toccò di entrare nel bozzolo per diventare una bella farfalla multicolore.

E fu dopo questa trasformazione che Farfalla e Coccinella, insieme ai suoi figli che intanto erano cresciuti e avevano imparato a volare, cominciarono ad andare in giro insieme per il cielo, posandosi sui fiori e succhiandone insieme il nettare, in una bella amicizia che durò per tutta la loro vita.

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Poi un giorno la farfalla, ex-bruco, incontrò un vecchietto simpatico e gli raccontò questa storia, ed è stato lui che l'ha raccontata a me!

12 - Il cagnolino salvato

Un giorno al cane Tony, che era a spasso con Carlo, il suo umano, il quale in quel momento era seduto al bar a prendersi un caffè, mentre lui era seduto lì vicino, capitò di assistere a un grave incidente di auto:

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Una utilitaria si era scontrata con un camioncino, e la cosa sembrava piuttosto grave. Immediatamente i passanti chiamarono l'ambulanza e i passeggeri feriti vennero portati subito al pronto soccorso.

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Ma nel trambusto nessuno si era accorto che dentro l'auto c'era anche un cane che nell'impatto era finito sotto il seggiolino del guidatore dell'utilitaria.
Ora era lì, stordito, e gemeva leggermente.

Tony, che aveva udito fino se ne accorse.
Carlo, per dargli un po' di respiro, gli aveva tolto il guinzaglio, finché lui fosse rimasto seduto al bar, quindi lui poté avvicinarsi all'auto che era rimasta aperta, entrò, cominciò a leccare Bronto (questo seppe poi che era il nome del cane ferito), a stimolarlo, e piano piano lo aiutò ad uscire dall'auto e a sdraiarsi sul selciato.

Poi corse da Carlo chiedendo aiuto e facendogli capire con lo sguardo l'emergenza.

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Questi lo seguì e, guidato da lui, si avvicinò al cane sdraiato a terra: si rese conto che, se pur conciato male il poveretto era vivo, e con molto riguardo lo caricò sulla sua automobile e lo portò dal suo veterinario.

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Sdraiarono Bronto, ancora quasi fuori conoscenza, sul lettino e gli fecero una radiografia totale per vedere la sua situazione, dopo di che il veterinario gli ingessò le ossa fratturate.

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Nel frattempo Bronto si era ripreso un po', ma era stordito e non capiva dove fosse, non conoscendo né le persone né l'ambiente in cui si trovava. Con molta dolcezza Tony gli spiegò cosa era successo e lo rassicurò che era tra amici.

Bronto sul collarino aveva la medaglietta col suo nome e con l'indirizzo di Massimo, il suo proprietario, che però in quel momento era in ospedale; così Tony e il suo padrone si occuparono di lui finché Massimo, ancora ingessato anche lui e appoggiandosi a una stampella non fu in grado di venirselo a riprendere.

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L'incontro fu commovente: ognuno dei due aveva temuto che l'altro fosse morto nell'incidente e invece, pur ancora un po' acciaccati, eccoli lì di nuovo insieme!

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Massimo, informato per filo e per segno di quello che era successo, non trovava le parole per ringraziare sia Tony che il suo proprietario che gli avevano salvato il cane, il suo migliore amico.

Andarono tutti insieme per la seconda volta dal veterinario perché controllasse le condizioni di Bronto, che furono trovate buone.
Gli fu fatta una iniezione per evitare qualsiasi effetto secondario al trauma subito, dopo di che Massimo e Bronto tornarono a casa loro, con la promessa di rivedere quanto prima i loro due nuovi amici che, come loro, vivevano da soli.

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E così fu: questa vicenda che aveva coinvolto due "coppie solitarie" fu l'occasione di una conoscenza e un'amicizia che fu portata avanti nel tempo con molta gioia da parte sia dei due cani che dei due umani.

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Appena tornato a casa sua Bronto, che non stava più nella pelle dalla gioia, si sdraiò per terra per farsi grattare la pancia, con grande divertimento sia suo che di Massimo, dopo di che, altra cosa che piaceva a entrambi, entrò nella tinozza per un bel bagno di ripulitura generale.

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E così pian piano cominciò a dimenticarsi dello shock passato e a riprendere il suo umore giocoso, che tanto piaceva a Massimo e lo divertiva.

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13 - Il mostro verde

Era una bella giornata di sole nella foresta, tutto sembrava tranquillo, la vita degli animali e delle piante procedeva serena come sempre, quando a un tratto arrivò l'alce correndo trafelata.

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"Ho visto un mostro verde ai margini della boscaglia, che sta venendo verso di noi. Aiuto, aiuto, cosa facciamo se viene qui e ci mangia tutti?

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"Ma ne sei sicuro?" - chiese il lama, che stava brucando tranquillamente - "Io non ho sentito niente!"

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"Ha ragione, ha ragione," - intervenne un uccellino tutto spaventato, battendo le ali a più non posso - "vengo anche io da quella parte e l'ho visto. E' enorme, terribile, dobbiamo fare qualcosa per difenderci e difendere i nostri piccoli."

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"Ci penso io." - si intromise il boa - "Mi apposto su un ramo e appena il mostro arriva da queste parti con un balzo gli salto addosso, lo circondo alla gola e lo soffoco, così ce ne liberiamo."

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"Ma siete poi proprio sicuri che sia così pericoloso" - intervenne il gatto selvatico - "e che abbia cattive intenzioni? Magari è solo di passaggio, oppure si è perso e sta cercando la sua strada, magari non è qui per farci del male!"

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"E se fosse venuto qui a cercare amici?" - disse il coccodrillo, che si annoiava molto e che aveva come unici compagni di giochi le farfalle - "Chissà, magari è un mostro buono!"

Gli altri animali non erano molto convinti: anche il coccodrillo si riteneva un buono, però quando aveva fame si mangiava qualcuno di passaggio per il fiume!

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Un altro coccodrillo, che aveva studiato e perciò la sapeva lunga, propose di pensarci bene prima di fare qualche azione di aggressione, che avrebbe anche potuto finir male.

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Per precauzione la pecora disse a sua figlia che era meglio che loro due tagliassero la corda e si nascondessero da qualche parte, a guardare cosa succedeva prima di esporsi e magari fare una brutta fine.

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Arrivò di corsa il cane: "Fermi tutti, ci ho parlato, non ha cattive intenzioni, con me è stato amichevole!"

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E il pappagallo a fargli il verso: "Ha ragione, ha ragione, è un bravo mostro verde!"

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Il gufo giovane, che di solito amava fare il saccente, dando la sua opinione su ogni situazione, questa volta non seppe cosa dire, si sentiva completamente spiazzato.

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Intervenne allora il gufo vecchio, che saggio lo era veramente: "Scusate, smettiamo di fare tante ipotesi campate in aria: siamo in tanti, andiamo tutti insieme a vedere, uniti e pronti ad ogni evenienza, e affrontiamo la situazione per come si presenta. Parlando parlando non si risolve niente!"

E così fecero: con i più forti e rappresentativi in prima linea, in silenzio si avviarono verso il limite della foresta, dove l'alce e il cane avevano detto di aver visto il "mostro", e qui lo incontrarono.

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Immediatamente si resero conto che non rappresentava un pericolo: era sorridente e amichevole:
"Buongiorno, cari miei, che bello avervi trovato! Stavo cominciando a pensare che questa foresta fosse disabitata e di aver fatto tanta strada per niente.
Io e mio figlio siamo rimasti soli, poi un giorno se volete vi racconterò le nostre disavventure, e lui più ancora di me patisce di non avere compagni di gioco.
Siamo draghi, ma siamo vegetariani ormai da molto tempo, non temete, non mangeremo nessuno di voi!"

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Il piccolo era veramente un amore: adocchiò subito la pecorella che timida si nascondeva nelle retrovie, le si avvicinò col "cuore in mano" e le propose di diventare amici e di giocare insieme: "Prima io mi nascondo e tu mi cerchi, poi invertiamo i ruoli, cosa te ne pare?"
Lei un po' ritrosa all'inizio finì per accettare.

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Il castoro tutto contento fece un gran saluto a padre e figlio, e disse loro dove potevano costruire la loro tana, proponendo di aiutarli portando loro pezzi di ramo segati con i suoi denti.

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(openclipart.org/detail/173135/happy-tiger).

La tigre faceva salti di gioia, anche perché all'inizio aveva temuto che arrivassero dei concorrenti e che per lei le cose potessero farsi più difficili, mentre ora era sicura che nulla sarebbe cambiato.

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(openclipart.org/detail/283052/musical-crocodile-colour).

E per finire arrivò un altro coccodrillo con un flauto di canna, che si mise a suonare una allegra musica di benvenuto per i nuovi ospiti, che felici rimasero nella foresta e qui vissero a lungo, in armonia con gli animali che già vi risiedevano da sempre.

14 - Gli uccellini chiaccheroni

In una voliera abbastanza grande c'erano 5 uccellini di diversi colori che continuavano a saltare da un trespolo all'altro e intanto "ci-ci-ci, ci-ci-ci", non la smettevano di chiacchierare, raccontandosi le loro avventure e condividendo ciò che avevano visto quando ancora erano liberi.

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"Ho una bella storia da raccontarvi." - cominciò il primo - "Conoscete il pappagallo Boris? Bene, un giorno trovò una mappa del tesoro, la portò dal suo padrone che tempo addietro aveva fatto il pirata, la guardarono insieme, e decisero di partire all'avventura.

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Affittarono una nave in disarmo, una nave che proprio era appartenuta a dei pirati tempo addietro; presero il mare, arrivarono sull'Isola delle Palme, come diceva la mappa e scesero a terra.

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talekids (openclipart.org/detail/266862/pirate-ship) e
oksmith (openclipart.org/detail/298898/palm-trees).

Seguendo le indicazioni arrivarono al punto dove sulla mappa era segnata una grossa X, l'uomo scavo, scavò, e alla fine trovò il tesoro. Esultarono entrambi, anche se poi al pappagallo l'oro non sarebbe assolutamente servito a niente.

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(openclipart.org/detail/314002/pirate-finds-treasure-by-richardsdrawings).

Poi non so bene cosa sia successo, ma quando tornarono Boris era molto arrabbiato: nell'avventura si era fatto un occhio nero e aveva anche perduto una zampa, che ora era stata sostituita da un moncherino di legno.
Aveva ancora la mappa sotto l'ala come ricordo, ma la sua zampa buona l'aveva lasciata sull'isola!"

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/272092/parrot-pirate).

"Che bella storia!" - disse il secondo uccellino - "Io ne ho una da raccontarvi, ma è molto meno avventurosa.

Il mio "padrone" precedente era un bambino, che aveva problemi con il sonno.
Gli avevano consigliato per addormentarsi di contare le pecore. Lui diligente lo faceva: "La prima pecora bianca salta lo steccato, la seconda,... la decima..."

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(openclipart.org/detail/325638/counting-sheep).

Il problema era che a un certo punto le pecore non c'entravano più nello spazio della sua immaginazione, uscivano dai suoi pensieri e al mattino quando si svegliava (perché poi alla trentesima circa si addormentava) se le trovava tutte che brucavano il tappeto verde ai piedi del letto, che dopo un po' fu tutto rovinato!

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(openclipart.org/detail/16234/sheep-grazing).

"Anche io ho una storia da raccontare" - cantò il terzo uccellino - "Tempo fa ho conosciuto una chiocciola che aveva tutti i colori dell'arcobaleno.
Muovendosi produceva proprio una bava arcobaleno e lasciava dietro di sé una scia colorata bellissima. I bambini potevano intingerci i loro pennelli per colorare i loro disegni"

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Firkin (openclipart.org/detail/229393/colourful-snail) e
shokunin (openclipart.org/detail/5512/rainbow).

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(openclipart.org/detail/238754/artists-brush-and-rainbow-paint).

"Io una notte guardando la luna ho visto una festa di topi sulla sua falce. I topi erano tutti in maschera e tenevano in mano tanti palloncini colorati. La luna rideva tutta contenta che ci fosse qualcuno a tenerle compagnia!"

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/267963/creepy-moon-mice).

"Ma volete sapere una cosa?" - sbottò spazientito un paperotto che era rimasto ad ascoltare le varie storie - "State dicendo un sacco di stupidaggini, pappagalli pirati, pecore che escono dai sogni, chiocciole che spandono colori, topi sulla luna... ma quando mai?"

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(openclipart.org/detail/2845/standing-duck).

"Su, lascia che si divertano un po' a inventare storie, non fanno male a nessuno." - intervenne una tartaruga saggia che ascoltava divertita, appoggiata a un alberello - "Poverini, sono chiusi in gabbia che, anche se abbastanza grande, non è mai lo spazio per cui sono nati. Non possono volare liberi, lascia almeno che volino con la fantasia!"

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(openclipart.org/detail/227476/cartoon-turtle).

"Sono d'accordo con la tartaruga" - intervenne uno scoiattolo, che stava mangiando una margherita, e che per ascoltare meglio si era messo gli occhiali - "Io mi sto divertendo un mondo, mi sembra di vederli, qua davanti a noi, tutti questi personaggi impossibili, che ci tengono compagnia e ci fanno sognare!"

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"Hey, ci sono anche io." - si fece sentire il quinto uccellino - "Me non mi avete ancora ascoltato, ho anch'io qualcosa di divertente da raccontare!

Sotto l'albero parlante su cui andavo sempre a posarmi, perché mi faceva molto ridere con le sue battute, un giorno passò un orso che aveva una botte in testa (una vera botte, non è che si era preso una una botta!).

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In pratica per cercare qualcosa da mangiare aveva infilato la testa lì dentro e non era più riuscito a toglierla, così andava in giro come un cieco, sbattendo qua e là.
Io cinguettai forte, così lui capì che lì c'era un albero, lo evitò, però andò a sbattere contro l'albero vicino, spaventando a morte gli scoiattoli "volanti" che avevano casa proprio li, e che fuggirono planando verso terra, lontani da lui.

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Poi non so come abbia fatto a togliersi dall'impiccio in cui si era messo, perché lo sentimmo allontanarsi sbattendo qua e là, finché fu troppo lontano per poterlo sentire ancora.

Il quinto uccellino non aveva ancora finito la sua storia quando arrivò in volo un altro uccellino tutto trafelato, portando una lettera nel becco. La fece cadere dentro alla gabbia dove c'erano i suoi simili rinchiusi ed esclamò:
"Grandi notizie per voi, siete stati visti e ascoltati attraverso la telecamera che c'è nell'angolo lassù, e un produttore della televisione vi propone un contratto."

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E' lo stesso che fa lavorare per lui il cane giocoliere, la bambina e il cane e il mago dei conigli, tutti e tre con molto successo.

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(openclipart.org/detail/231880/dog-in-the-spotlight).

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"Vi va di firmare un contratto con lui?"

Gli uccellini si consultarono, valutarono i pro e i contro, poi decisero di tentare l'avventura.

"Evviva!" - esclamò il maialino entusiasta, facendo un salto che per poco non lo fece finire con il sedere per terra - "Bravi, osate! Vedrete come ne sarete contenti!

Disegno di base condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/283140/falling-pig-colour).

Anche un mago famoso, che aveva seguito tutto da lontano con il suo telescopio dette la sua benedizione per la buona riuscita della nuova impresa.

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15 - Le galline pettegole

Capitò un giorno a tre pulcini che vivevano nell'aia di un casolare di vedere uscire dalla cuccia del cane da guardia un verme enorme, tanto grande che sicuramente loro non avrebbero potuto mangiarlo.

Disegno di base condiviso da j4p4n
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Andarono dal cane, che in quel momento si trovava in fondo al cortile, a chiedergli il perché di quello che avevano visto.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/298813/dog-with-blue-eyes).

"Sì," - confermo il cane Bob, che era stato assunto come cane da guardia, ma era un simpaticone dal cuore d'oro che non faceva paura a nessuno, tranne quando arrivava qualche malintenzionato, allora tirava fuori tutta la sua aggressività per difendere il luogo e i suoi abitanti - "è vero, da mesi ho un inquilino nella mia cuccia, un verme che quando è arrivato era piccolo piccolo e temeva che voi lo avreste mangiato, e che mi ha chiesto asilo finché non fosse diventato abbastanza grande da non correre più questo rischio. Da allora non solo lo ospito, ma lo nutro anche con un po' del mio cibo. A dire il vero gli basta talmente poco che non mi accorgo neppure di quanto meno cibo ho io!"

Disegno condiviso da oksmith
(openclipart.org/detail/314527/ducklings).

I pulcini si consultarono tra loro, e decisero che di questo fatto doveva informare le loro mamme, e così fecero.

Disegno di base condiviso da Klàro
(openclipart.org/detail/283814/chick-chat).

Ne venne fuori un putiferio. Si sa che le galline non sanno tacere, le mamme dei tre pulcini lo dissero ad altre galline, e queste ad altre ancora, e parla tu che parla io, la cosa venne ingigantita tanto che dai pettegolezzi delle galline il grosso verme fu trasformato in serpente, il cane in un lupo feroce e la sua cuccia in una caverna.
Persino un pulcino appena uscito dall'uovo fu coinvolto in questa panzana.

Nacque così la leggenda del lupo feroce che tutte le notti usciva dalla sua grotta e ululava alla luna per chiamare a sé l'amico serpente, per poi andare a caccia insieme e far strage di polli, di galline e di pulcini.

Disegni di base condivisi da
nicubunu (openclipart.org/detail/11431/rpg-map-symbols-cave-entrance),
GDJ (openclipart.org/detail/243853/multispectral-gem-howling-wolf) e
Firkin (openclipart.org/detail/230541/pecuopenclipartliar-snake).

Nel frattempo il verme se l'era data a gambe (si fa per dire, visto che le gambe i vermi non le hanno) e si era rifugiato in un posto sicuro dove aveva messo su famiglia.

I pulcini, temendo il lupo cattivo che poteva venire di notte a prenderli insieme al serpente, appena faceva buio si rifugiavano nel pollaio e non ne uscivano fino a giorno inoltrato, con grande soddisfazione delle galline.

Il cane non capiva più niente: dov'era quel lupo di cui si parlava tanto? Era poi così pericoloso? Lui era disposto ad andare a cercarlo e a parlargli, ma non sapeva dove andare, perché nessuno seppe dargli l'indicazione di dove si trovava la caverna.

Alla fine fu chiamata un'aquila perché trovasse il ferocissimo serpente e lo divorasse, cosa che a lei riusciva molto bene. Il problema fu che neppure l'aquila trovò il serpente, visto che non esisteva, e così come risarcimento si portò via un pollo, il che creò un nuovo scompiglio nell'aia.

Disegno condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/248852/golden-eagle-with-snake).

Dopo questo fatto doloroso l'asino, che tutti prendevano per stupido, che nessuno ascoltava, e che invece aveva assistito allo svolgersi di tutta la vicenda, convocò a riunione tutti gli abitanti di quell'aia e spiegò loro quello che era successo veramente, mettendoli in guardia, soprattutto le galline, al pericolo che si corre quando si esagerano le cose.

Disegno condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/301566/donkey-2).

La mucca non era stata completamente presente alla vicenda, ma si fidava dell'asino e lo stimava, e fu d'accordo con lui, soprattutto nei confronti delle galline pettegole, che non stimava affatto, e che erano state castigate dagli eventi con la perdita del pollo.

Disegno condiviso da oksmith
(openclipart.org/detail/315525/cow).

E alla fine arrivò una capra che trainava una carrozzina guidata da un coniglio: i due raccontarono che nel paese vicino si faceva un gran parlare della bufala del verme diventato serpente pericoloso, e che tutti gli abitanti dell'aia venivano derisi pubblicamente.

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/326237/easter-carriage).

Le galline furono costrette a fare un atto di contrizione e a promettere che mai più avrebbero esagerato e distorto gli eventi, per il puro piacere di parlare e di mettersi in vista, e nell'aia tornò la tranquillità, tranne che per il povero pollo che non c'era più, e che era andato a finire nel nòvero di quelli che ogni tanto sparivano, presi dagli umani insieme alle patate dell'orto.

16 - La capra e il ghiro

"Perché stai piangendo?" - chiese la capra gentile al ghiro disperato - "Vedo che sei proprio in un mare di lacrime!"

Disegni di base condivisi da
hotta (openclipart.org/detail/321762/billy-goat) e
liftarn (openclipart.org/detail/332251/crying-dormouse).

"Sono disperato perché sono rimasto solo. Quando sono uscito dal letargo intorno a me non c'era più nessuno, tutta la mia famiglia era sparita e non so che fine abbia fatto. Forse sono usciti troppo presto dalla tana, forse sono stati catturati e mangiati da qualche predatore.
Sono diversi giorni che sto qui ad aspettare che tornino, ma di loro nessuna traccia."

Disegno di base di Gustav Mützel
(it.wikipedia.org/wiki/Glis_glis#/media/File:Siebenschlaefer-drawing.jpg).

La capra gentile cercò di consolarlo: "E' vero, la solitudine è brutta. Vedi, anche io sono sola: sono vecchia, non riesco più a saltare e non sono riuscita a tener il passo del mio branco, così sono rimasta indietro.
Ma la vita è così, a volte bisogna rassegnarsi e trovare altri motivi per stare sereni, a volte la solitudine ci porta a fare nuovo incontri, come il nostro ora.
Vuoi che diventiamo amici?"

Il ghiro si asciugò gli occhi, guardò la capra e notò lo sguardo dolce e amorevole che aveva. "Va bene, proviamo!"

"Intanto ti dico una cosa: ma lo sai che le lacrime sono sacre? C'è anche chi le raccoglie, le mette in una boccetta particolare per farne poi un uso terapeutico.
Ora, senza arrivare a questo, sai che anche il dolore a volte è sacro perché ci permette di aprire nuove "porte" nella nostra coscienza?"

Disegno di base condiviso da hefedute
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"Come sei saggia!" - osservò il ghiro guardando la capra con meraviglia e con uno sguardo nuovo - "Sì, voglio esserti amico e imparare da te a vivere in un modo più consapevole."

"Bene," - disse la capra - "allora incamminiamoci insieme e vediamo cosa ci propone la vita come nuove esperienze; ci fermeremo a brucare qualcosa qua e là, tanto siamo tutti e due vegetariani, vero?"
"Si, a parte qualche insetto quando capita!"

Il primo incontro che fecero fu un topo molto ben educato che vedendo quella strana coppia che procedeva insieme si levò il cappello per salutarla.

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Lo salutarono gentilmente di rimando e gli augurarono buona giornata.

Continuarono a camminare: arrivati a una sorgente d'acqua videro un castoro che si stava lavando i denti.
"Molto bene," - osservò la capra - "fa bene a tenersi pulito e curato il suo strumento di lavoro, altrimenti come farà a rosicchiare i tronchi per costruire le sue dighe?"
Provarono a salutarlo, ma lui era talmente occupato con i suoi denti che neppure si accorse di loro.

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Continuarono a procedere, finché arrivarono in uno spiazzo dove un topo stava tenendo un comizio.

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Si fermarono un po' ad ascoltare, ma poi si resero conto che quel topo aveva le idee un po' confuse e diceva stupidaggini, anche se i presenti lo stavano prendendo e ascoltando molto sul serio.
"Vedi com'è la gente..." - disse la capra - "dà retta a chiunque si atteggi a sapientone e non riflette su quello che sente!"

Più avanti incontrarono due conigli che si stavano trasferendo con un carretto, portandosi dietro le loro provvista dentro a un grande barattolo.

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"Non mi sembra che quei due siano alla pari" - osservò il ghiro perplesso - "sono conigli tutti e due, ma perché uno deve tirare il carretto mentre l'altro, tutto in tiro, è a cassetta e lo tiene con le briglie come se fosse un cavallo e lui il proprietario?"
"Preferisco non commentare questa scena, rischierei di fare politica, e non voglio; in realtà quello che tu hai osservato contiene già la risposta!"

Assistettero poi a una scena buffa: un orsetto si era arrampicato su un albero, terrorizzato dal suo orso-papà che gli stava gridando: "Quando scendi te le suono!"

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Non ebbero il coraggio di chiedere cosa aveva combinato l'orsetto per fare arrabbiare così tanto il papà orso, anche perché un orso arrabbiato è meglio lasciarlo stare, prima che rivolga la sua rabbia da altre parti. E si defilarono.

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Una tartaruga che aveva assistito alla scena annuì, persuasa che era meglio non occuparsi degli affari degli altri se non si era tirati dentro per i capelli... tanto lei i capelli non li aveva e poteva starsene dentro al proprio guscio!

Il sole stava ormai tramontando. Il ghiro era molto stanco: "Io in genere di giorno dormo, perché sono un animale notturno. Oggi con te sono stato sveglio, ma ora non ce la faccio più, ho bisogno di dormire un po' per poi riprendere il mio ritmo solito!"

"Hai ragione," - ribatté la capra - "forse la nostra amicizia riveste delle difficoltà di orari; comunque oggi è stata una bella giornata insieme, vero?"

"Si, cara amica, e ti ringrazio molto per la tua compagnia. Mi hai aiutato a non pensare alla tristezza e mi hai interessato con tutte le cose che mi hai portato a vedere e a considerare. Ora mi sento di buon umore e pronto a riprendere la mia vita. Speriamo di incontrarci ancora. Arrivederci!"

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17 - Vita di conigli

Il coniglio Taddeo si era invaghito dell'affascinante coniglietta Lola: ogni volta che la vedeva passare rimaneva a guardarla a bocca aperta senza riuscire a fare un solo movimento. Lei gongolava di questa situazione, e ogni volta diventava più seduttiva. In realtà anche a lei piaceva molto Taddeo, ma aspettava che lui si facesse avanti e si dichiarasse.

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Il draghetto Olmo, che più volte aveva assistito a questa scena parlò con Taddeo: "Guarda che se non fai qualcosa Lola si stufa della tua indecisione e qualcuno te la porta via. Se non riesci a parlarle per l'emozione, almeno dalle questo fiore, è già un messaggio."
"Grazie, Olmo, lo farò!"

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"Oppure dalle questo palloncino!" intervenne un piccolo koala che voleva partecipare all'avvenimento.
"Grazie, le darò anche questo!"

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Lola fu molto contenta dei piccoli regali, soprattutto per il fatto che Taddeo si era deciso a rompere il silenzio, e accettò di iniziare una relazione con lui.

Boris, l'amico di Taddeo, felice per il suo compagno d'infanzia, cominciò ad andare in giro tutto contento esclamando: "Si sono fidanzati, forse si sposeranno!"

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La notizia si diffuse come un lampo tra la comunità dei conigli, che in quel periodo erano intenti ad intagliare una grossa zucca in previsione del prossimo Halloween, e che per l'occasione sospesero il loro lavoro: tutti volevano sapere quando, tutti volevano fare le congratulazioni.

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Anche un coniglio appena uscito dal cappello di un mago volle andare a porgere i suoi auguri ai fidanzati.

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E finalmente venne il momento di decidere di mettere su famiglia.
Trovarono una casa proprio carina, adatta a loro.

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Una dolce coniglietta portò come dono di nozze una carota già un po' rosicchiata, ma si sa, è il pensiero quello che conta...

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Un coniglio bianco donò un intero cestino di uova pasquali, anche se non era tempo di Pasqua.

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Un gatto di uno strano colore portò loro un mazzo di fiori, un po' come buon augurio, e un po' anche come cibo...

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...mentre un cane tenore si esibiva, cantando la marcia nuziale, sostenuto dalla musica di un vecchio grammofono...

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...con tre gufi, appollaiati sul ramo di un albero che gli facevano coro.

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Arrivò anche un gatto fotografo che si era assunto l'incarico di immortalare la cerimonia.

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Un piccolo elfo giunse da lontano per porgere agli sposi i migliori auguri dal suo cuore.

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Una coppia di polli arrivò per le nozze, tutta vestita a festa...

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...mentre due coniglietti fratellini continuavano a guardarli con gli occhi sgranati.

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Il risultato? Nel giro di un paio di mesi nacquero 4 bei coniglietti, per la gioia di Lola e di Taddeo, e anche di tutto il vicinato!

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18 - La scuola nella savana

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Dopo le vacanze estive, all'inizio dell'autunno, era arrivato il tempo che si riaprisse la scuola.
Il primo giorno di lezione si presentarono molti allievi. A dire al vero alcuni erano arrivati un po' più tardi perché avevano sbagliato strada:

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si va di qua..., ma no, non è di qua, dobbiamo andare dall'altra parte!

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Alla fine trovarono la strada giusta e arrivarono appena in tempo per l'apertura del nuovo anno scolastico.

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Oltre agli animali c'erano anche alcuni umani, di età variabile: non sapevano bene dove andare, ma trovarono ad accoglierli il bidello, molto simpatico e comunicativo, che cominciò a spiegare loro come funzionava la scuola.


Pennello il bidello

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Innanzi tutto per gli umani c'era un solo insegnante, L'Orso Sapiens, che, come diceva il suo nome, sapeva tutto e insegnava tutto.

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Gli animali invece avevano diversi insegnanti, a seconda della materia.

Per esempio per la musica e il canto, materie assolutamente fondamentali, c'era il Trio Sormano, formato da una rana che suonava il mandolino, una volpe brava con il banjo e un gatto tenore, bravissimo ed entusiasta della sua missione.

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Firkin (openclipart.org/detail/293744/frog-with-mandolin e openclipart.org/detail/254701/holding-court).

Per l'espressione linguistica in prosa c'erano due gufi, che spesso non erano d'accordo sul percorso di insegnamento, così gli allievi da loro potevano imparare anche gli improperi e le parolacce.

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Per la poesia c'era Orso Gentile; peccato che i suoi allievi il più delle volte si addormentavano o giocavano tra loro, mentre lui declamava i sacri poeti con tutta la passione che aveva nell'anima!

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Per la pittura c'era Coniglio Vincenzo, bravissimo soprattutto a dipingere le uova di Pasqua.

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Per l'economia domestica e anche per l'economia in generale c'erano Giraffa Gelsomina e Mucca Celestina.

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Per il corretto portamento e l'educazione civica era di esempio il Tasso Oreste...

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...mentre il Coniglio Silvestro era l'esperto di funghi e ghiande.

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E infine per la ginnastica c'era i sinuoso e sciolto Serpente Astolfo.

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Il bidello fornì agli iscritti l'orario completo delle attività e le lezioni poterono cominciare, con grande soddisfazione di tutti...

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(openclipart.org/detail/311723/animal-school).

Coniglio Giacomo fece l'appello.

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Tutti presenti!
Vennero mostrati i libri di testo, e fu presentata la bibliotecaria, che aveva la responsabilità di distribuirli e di ritirarli a fine giornata:

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SteveLambert (openclipart.org/detail/6812/library-book-cart) e
Sammo241 (openclipart.org/detail/172177/school-days).

Che bello, iniziano le lezioni! Gli animali non stavano più nella pelle: era una novità questa, che non si era ancora mai vista: animali di tante specie diverse che studiavano insieme e che si sarebbero diplomati!

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Ma la cosa non si rivelò così semplice come avevano pensato: mentre Bruco Ottavio cominciò subito a capire e imparare, tutto contento,...

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(openclipart.org/detail/90751/bookworm).

...lo Scoiattolo Sebastiano non ci capiva nulla, e cominciò a pensare di non essere poi così intelligente come aveva sempre dato a intendere.

Disegno di base condiviso da oksmith
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Anche serpente a sonagli Anastasio annaspava, mentre il suo amico Sigfrido se la godeva un mondo a imparare tante cose nuove.

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ciefish (openclipart.org/detail/204488/cartoon-snake) e
Sirrob01 (openclipart.org/detail/170138/cartoon-rattlesnake).

Il Leone Sigismondo non riusciva a capire niente e, come Re della Savana, ci stava facendo proprio una figuraccia, sembrava quasi ubriaco, mentre si chiedeva chi glie lo avesse fatto fare a iscriversi a scuola anche lui!

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A mezzogiorno, mentre il gatto tenore del Trio Sormano dava una lezione di canto a un folto gruppo di allievi, tra i quali gli orsetti, che alla poesia si erano addormentati, mentre ora erano più che attenti e partecipi, arrivò il pranzo.

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Firkin (openclipart.org/detail/254701/holding-court) e
johnny_automatic (openclipart.org/detail/6743/4-bear-cubs).

L'ape giardiniera portò due secchi di miele, e una montagna di patate fritte grigliate...

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The Martin (openclipart.org/detail/302763/bee-on-her-last-trip-home-before-she-can-call-it-a-day) e
Firkin (openclipart.org/detail/271309/crisps).

...che fecero venire l'acquolina in bocca all'armadillo, e non solo!

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/242199/cartoon-armadillo).

Il Coniglio Pasquale corse in giro ad avvisare tutti: "Si mangia, si mangia!"

Disegno di base condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/283783/rabbit-running).

Le lezioni per quel giorno si interruppero di colpo e tutti corsero alla mensa comune ad abboffarsi, rimandando all'indomani il proseguimento dello studio, compreso il Pinguino Rodolfo, che aveva sperato di uscire diplomato da quella scuola il giorno stesso.

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19 - Il secondo giorno di scuola

Il secondo giorno di scuola il primo ad arrivare fu il Pinguino Rodolfo, il quale aveva promesso alla sua famiglia di tornare diplomato. Questo come ricorderete non era stato possibile per via del pranzo-merenda, quindi tornato a casa aveva dovuto fare una seconda promessa, quella di mettercela tutta per diplomarsi al più presto.

Disegno condiviso da Moini
(openclipart.org/detail/174860/bookworm-penguin).

Così appena il bidello aprì la scuola, si fiondò al computer e si mise a fare le ricerche di cui aveva bisogno per procedere nella conoscenza.

Disegno condiviso da Moini
(openclipart.org/detail/132427/penguin-admin).

"Non importa se non mi sono diplomato ieri," - borbottava intanto - "se ce le metto tutta magari in una settimana ci riuscirò."

Il gufo Cleo, che lo aveva sentito mentre apparentemente era immerso nella lettura di un libro, ma teneva le orecchie ben aperte, lo consigliò di ridurre le sue aspettative:
"Guarda che la conoscenza non è come andare al supermercato, che puoi fare la spesa per una settimana e riempire frigo e freezer, la conoscenza va lasciata sedimentare prima che diventi effettiva e utilizzabile!"

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(openclipart.org/detail/293356/the-owl-is-reading-a-book).

Ma Rodolfo non lo ascoltò, preso com'era da quello che compariva sullo schermo del PC, e proseguì imperterrito il suo studio.

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/330195/bear-frame).

Intanto l'orso poeta stava andando in giro con un grosso cartello bianco, e chiedeva se qualcuno avesse scritto una poesia per immortalare il primo giorno di scuola.

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(openclipart.org/detail/267844/cartoon-duck).

Io, io ho scritto una poesia," - arrivò di corsa l'anatroccolo Corrado - "se vuoi te la scrivo sul cartellone:"

"Come è bello andare a scuola,
ci si posson fare amici,
poi si sta lontan da casa:
non ti assillan con domande
né ti fanno lavorare!"

"Ma ti sembra una poesia questa? Ieri vi ho fatto degli esempi di cosa scrivono i poeti... m'illumino d'immenso... tanto caro mi fu quest'ermo colle... vai, vai, hai ancora tanta strada da fare!..."

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(openclipart.org/detail/312310/pidgy-the-pigeon).

"Ho capito," - rispose l'anatroccolo che nel frattempo si era messo il berretto e sembrava invecchiato di 10 anni a causa del rimbrotto - "e mi è venuta un'idea: la scuola così come me la presentate non fa per me. E' meglio che vada a fare l'idraulico, guadagnerò di più".
E se ne andò.

Disegno condiviso da clausrei
(openclipart.org/detail/273015/the-messenger-cat).

Gatto Tommaso, che aveva assistito alla scena, si arrabbiò molto. Disse all'insegnante poeta che i giovani vanno capiti, aiutati, non frustrati e allontanati, così invece di istruirsi vanno a fare gli idraulici. Certo, anche gli idraulici vanno benissimo, anzi, spesso si ha bisogno di loro, ma se uno viene a scuola è perché vuole imparare. Voltò le spalle e se ne andò.

Il suo amico Bigio, interrogato dall'orso su cosa pensasse lui, non trovò altro da dire che "MEOW", e seguì l'altro, voltando anche lui le spalle alla poesia.

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(openclipart.org/detail/308233/russian-cat).

In un cantuccio una rana stava spiegando a tre gattini grigi una lezione del giorno prima: poverini, erano ancora così piccoli, e lei era molto paziente.
"Così non fate brutte figure!" disse loro. I gattini erano stupiti dalla saggezza della rana, e la ringraziarono per la sua assistenza.

Disegno di base condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/226789/sticky-situation).

Un altro gatto studiava la lezione con molta attenzione, pensava che se lo avessero interrogato avrebbe fatto una bella figura!...

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/323982/cat-reading).

...mentre il suo piccolo amico era mezzo nascosto in disparte, mogio mogio, perché non aveva capito cosa doveva studiare, e oltre a tutto non sapeva ancora leggere per niente, si sentiva proprio una nullità.

Disegno condiviso da PeterM
(openclipart.org/detail/145/sad-tiger-cat).

"Prova a metterti gli occhiali come ho fatto io, vedrai che vedrai meglio e tutto sarà più chiaro e semplice. Se vuoi ti do' l'indirizzo del mio oculista!"

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/231901/cat-wearing-glasses).

"Forse è bene che lo faccia anche io: sono un po' depresso perché non capisco cosa ci faccio qua, magari se ci vedo meglio vedrò tutto in un modo diverso!"

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/326919/vintage-cat-illustration).

"Si, si," - intervenne un cane allegro - "anche io ho messo gli occhiali, e ora riesco a leggere un libro sui gatti e sui cani e sulla loro possibilità di amicizia, e questo mi piace molto! Vogliamo essere amici?"

Disegno di base condiviso da wallpapergirl
(openclipart.org/detail/211499/dog-reading-book).

Nel frattempo con un gran frastuono erano arrivati, in ritardo, un coniglio in groppa a una pecorella: "C'è posto per noi? Abbiamo anche noi tanta voglia di imparare; e poi ci è stato detto che a mezzogiorno arrivano le patatine fritte!"

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(openclipart.org/detail/313997/rabbit-riding-sheep-by-richardsdrawings).

Un gufo studioso, che stava leggendo il giornale a uno scoiattolo e un coniglio, per tenerli informati di quello che succedeva nel mondo, scrollò la testa: "Ma vengono qui per imparare o per mangiare? Ma dove sta andando il mondo?"

Disegno di base condiviso da johnny_automatic
(openclipart.org/detail/261935/reading-owl).

"Il mondo sta andando benissimo," - intervenne un'ape - "qualcuno tempo fa ha detto che finché ci saranno api e formiche andrà tutto bene!"

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/314163/wellbee-ii).

A interrompere tutte queste discussioni probabilmente inutili giunse in quel momento un topo molto elegante, di una certa età, perché camminava appoggiandosi a un bastone: il nuovo arrivato chiese a una rana se per caso in quella scuola avevano bisogno di qualcuno che insegnasse l'etichetta.

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/314867/mr­mouse­and­the­frog­courtesy­of­kennet­kjell­).

"L'etichetta?" - rispose la rana - "La puoi trovare da un cartolaio! Però devi andare in città, qui di cartolerie non ce ne sono."
"Non mi riferisco all'etichetta da cartoleria, quella di cui parlo è quella che insegna il comportamento signorile."

Due rane vicine che avevano ascoltato si misero a ridere: "Comportamento signorile qui! Non ci sembra proprio il posto adatto!"

Disegno di base condiviso da johnny_automatic
(openclipart.org/detail/3628/two-frogs).

"Comunque vai a chiedere al bidello." disse la rana interpellata, che non voleva essere scortese, visto che il topo era stato molto gentile con lei, e gli diede le indicazioni dove trovarlo.

Un castoro amichevole intervenne: "Ti accompagno io dal bidello, così magari se ti prendono divento tuo allievo e imparo cos'è l'etichetta."

Disegno condiviso da oksmith
(openclipart.org/detail/316702/beaver-2).

"Anche a me piacerebbe imparare, così magari smetteranno di dire che sono un somaro, di prendermi in giro e di mettermi il cappello a cono in testa per disprezzarmi meglio"

Disegno di base condiviso da Keistutis
(openclipart.org/detail/215298/donkey).

Un cane e un gufo lì vicino stavano parlando in francese, così nessuno capì quello che dicevano.

Disegno condiviso da sodrlus
(openclipart.org/detail/280283/a-dog-and-an-owl-about-email-privacy-french).

Un'elefantina graziosa era in cerca della sua mamma. Non era preoccupata perché sapeva che non poteva essersi allontanata senza di lei, ma le sarebbe proprio piaciuto sapere dov'era.

Disegno condiviso da johnny_automatic
(openclipart.org/detail/2169/girl-elephant).

"Guarda dov'è la tua mamma, sta giocando a dondolo con una scimmia. Ma ti sembra il comportamento di una signora? Ed è anche arrabbiata perché l'asse pende dalla sua parte. Ma come è possibile?"

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/291086/unfair-seesaw).

Improvvisamente il cielo si fece scuro tanto che si vedevano le stelle: scese a terra una piccola astronave e ne uscirono due extraterrestri verdi che, usando il traduttore multilingue che sempre si portavano dietro, chiesero se potevano partecipare alle lezioni di quella scuola, che era già divenuta famosa in tutta la Galassia.

Disegno di base condiviso da Firkin
(openclipart.org/detail/282695/aliens-colour).

Come test di prova fu dato loro un libro della biblioteca: uno dei due lo sfogliò in avanti e all'indietro, lo girò in tutti i versi, lo guardò controluce, poi affermò che tutte quelle cose loro le sapevano da secoli.
Così ripresero l'astronave e se ne tornarono al loro pianeta.

Disegno condiviso da Lazur
(openclipart.org/detail/258496/book-refixed).

Negli occhi di tutti quelli che avevano assistito alla scena rimase una grande meraviglia; ma poi suonò la campanella del pranzo, arrivò l'ape portando il miele e le patatine come il giorno prima, così tutti si affrettarono al pranzo, dimenticandosi di extraterrestri, di topi, di api e di formiche, di elefanti scontrosi e anche del francese.

Disegno condiviso da Arvin61r58
(openclipart.org/detail/188895/cartoon-eyes).

20 - La vita multicolore (*)

Tre bambine si divertivano a turno a dondolarsi su un'altalena appesa al ramo di un albero: una era sull'altalena, la seconda spingeva e la terza raccoglieva i fiori in attesa che venisse il suo turno.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/246505/low-poly-chromatic-3-girls-playing-vintage-silhouette-no-background).

Una quarta bambina era riuscita, con l'aiuto di una dolce fatina, ad agganciare la sua altalena alla luna: così riusciva a dondolarsi con un'ampiezza mai vista sulla terra, provando sensazioni sublimi, mentre la fatina, seduta sulla falce di luna, stava attenta che non si facesse male.

Disegni condivisi da GDJ
(openclipart.org/detail/246982/low-poly-prismatic-lunar-swing
e openclipart.org/detail/282442/polychromatic-low-poly-fairy-relaxing-on-the-crescent-moon-ii).

Poco più in là due fratellini molto precoci giocavano a scacchi, mentre il loro gattino rincorreva le farfalle.

Disegni condivisi da GDJ
(openclipart.org/detail/316928/boy-and-girl-playing-chess-by-dg-ra-polyprismatic
e openclipart.org/detail/238626/prismatic-low-poly-kitten-playing-with-butterflies).

Due uccellini volavano intorno cantando lieti, di fianco a una meravigliosa farfalla variopinta.

Disegni condivisi da GDJ
(openclipart.org/detail/247809/low-poly-prismatic-stylized-birds-silhouette e
openclipart.org/detail/268791/colorful-tiled-butterfly).

Un'altra farfalla, molto più grande della precedente, svolazzava tutto intorno, mostrando la sua splendida bellezza.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/297298/abstract-butterfly-ii-prismatic).

Il tutto creava un quadro idilliaco, pieno di serenità, di gioia e di equilibrio.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/282433/psychedelic-justice-scales).

Ma si sa, l'equilibrio non può durare molto, altrimenti diventa stasi: per la legge naturale deve succedere qualcosa che lo turba per poter portare movimento ed evoluzione, verso un nuovo equilibrio.

Di fatti arrivò un serpente che, come dicono tutti i miti e le leggende, ha il compito di rompere la stasi, di far uscire dal "paradiso terrestre" in cui si è, per permettere alla situazione di entrare in crisi e per poi poter giungere a un livello di consapevolezza più "alto".

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(openclipart.org/detail/277727/chromatic-coiled-snake).

Alla vista del rettile tutti fuggirono spaventati, perché vedevano in lui solo il pericolo e non l'opportunità (si sa che i veleni presi in piccole dosi sono dei medicamenti, e anche che la paura attira il predatore). Non sapevano che avrebbero potuto essere amici del serpente e usufruire della saggezza di cui tradizionalmente è portatore (non a caso il caduceo con i due serpenti è il simbolo della medicina).

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/277027/prismatic-caduceus-circles).

Ma a loro discolpa bisogna dire che i nostri personaggi, tranne la fatina, che però era lì solo per protezione, erano bambini, per cui tutte queste cose non le potevano sapere.

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(openclipart.org/detail/246511/low-poly-prismatic-tree-and-flowers).

Così rimase solo l'albero. Però, visto che i vuoti in natura durano poco, e presto arriva qualcuno a riempirli, arrivarono un coniglio e uno scoiattolo fiorito, che cominciarono a chiacchierare tra loro.

Disegni condivisi da GDJ
(openclipart.org/detail/326430/3d-stanford-bunny-polyprismatic e
openclipart.org/detail/242524/retro-floral-squirrel-profile).

Poco dopo giunse un pavone con una splendida "coda": era un animale semplice, non amava pavoneggiarsi, come fanno quasi tutti i suoi simili, cercava soprattutto compagnia, così si unì alle chiacchiere degli altri due, e insieme se la spassarono un mondo.

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(openclipart.org/detail/221304/colorful-peacock).

Finché in cielo comparve una grossa aquila: questa sì che per loro era un pericolo reale, essendo un uccello rapace, così anche quei tre fuggirono a nascondersi per non rischiare di farsi catturare.

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(openclipart.org/detail/297294/abstract-eagle-prismatic).

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/249378/chromatic-triangular-abstract-tree-silhouette).

Nuovamente l'albero rimase da solo, finché alla fine giunsero gli umani, che con gli alberi hanno una certa complementarietà: c'è chi in passato(**) ha affermato che l'essere umano è come un albero rovesciato, che ha le radici in cielo, da dove prende nutrimento, e la chioma in terra, dove dà i suoi frutti.

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(openclipart.org/detail/305618/prismatic-low-poly-yoga-pose-tree).

Gli umani formarono delle famiglie...

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(openclipart.org/detail/241719/checkered-chromatic-family).

Con loro arrivarono gli animali domestici, soprattutto i cani e i gatti...

Disegni condivisi da GDJ
(openclipart.org/detail/282691/dog-hearts-silhouette-prismatic-2 e
openclipart.org/detail/238604/prismatic-low-poly-cat).

... arrivò la coltivazione delle piante e dei fiori...

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/308944/polyprismatic-rose).

... arrivò lo sport...

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/243455/low-poly-prismatic-girl-on-bike-high-detail).

... la danza...

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/243565/chromatic-triangular-ballerina-on-the-moon).

... arrivò la musica...

Disegni condivisi da GDJ (openclipart.org/artist/GDJ).

... l'architettura...

Disegni condivisi da GDJ
(openclipart.org/detail/312154/urban-city-street-line-art-polyprismatic-no-bg e
openclipart.org/detail/314677/mosque-on-crescent-moon-silhouette-by-jambulboy-low-poly).

... l'arte...

Disegno condiviso da Viscious-Speed
(openclipart.org/detail/217431/abstract-bumper-garden).

... la fantasia...

Disegni condivisi da GDJ (openclipart.org/artist/GDJ).

... la meditazione...

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/310664/zen-polyprismatic).

Molti esseri umani si presero a cuore...

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/243180/prismatic-low-poly-woman-with-big-heart).

... la sorte degli animali selvatici che a causa dell'espansione umana sul pianeta correvano dei rischi per la loro sopravvivenza...

Disegni condivisi da GDJ (openclipart.org/artist/GDJ).

Così per la specie umana iniziò una nuova evoluzione...

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/223354/synthetic-artificially-colored-and-flavored-ribbon-candy).

... fino a quando poté diventare una vera Famiglia Umana consapevole e responsabile...

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/254042/vivid-chromatic-tiled-human-family).

... perché sulla Terra potesse veramente iniziare l'Età dell'Oro predetta da secoli e millenni dalle antiche scritture e dai profeti.

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/235318/people-circling-around-the-earth-gold).

Disegni condivisi da GDJ
(openclipart.org/detail/280573/happy-family-heart-prismatic) e
(openclipart.org/detail/259619/psychedelic-lotus-flower-enhanced).

(*) - Questo racconto è nato come un "divertissement" nel quale ho usato alcune delle bellissime immagini in technicolor che ho trovato sul sito Openclipart (www.openclipart.org) dal quale ho tratto la maggior parte delle illustrazioni delle mie storie.

Poi le immagini mi hanno "preso la mano", un po' come se la storia si "facesse da sé" attraverso di me. E quando sono arrivata al mondo dorato (immagine che non avevo mai notato prima!), mi è preso quasi uno shock nel rendermi conto della portata del messaggio che si stava proponendo attraverso di me e attraverso il racconto...

(**) - Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore dell'Antroposofia.

21 - In cammino

C'è un "cammino", non solo fisico, ma soprattutto interiore, che aspetta noi umani: è quello dell'incontro (o meglio del re-incontro) con la nostra parte spirituale, divina, quello che potrebbe venire chiamato "Il Regno in Terra", oppure anche il "Paradiso Perduto".

Perché perduto? Non per un "peccato originale", come per secoli ci hanno fatto credere: per una "caduta" si, in realtà una "discesa nella materia" per poter sperimentare gli opposti e di riflesso le emozioni.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/250497/spring-path).

A me piace rappresentarlo simbolicamente, e nelle visualizzazioni, come una strada sterrata in mezzo alla natura, possibilmente verso una montagna alta che rappresenta la "salita", l'espansione di coscienza verso i "vertici" di sé stessi.

Disegno di base condiviso da j4p4n
(openclipart.org/detail/294476/walking-into-the-sunset).

Può anche essere visto come un cammino verso il Sole (negli Arcani Maggiori dei Tarocchi il Sole - n. 19 - rappresenta il massimo sviluppo individuale umano, il raggiungimento del proprio potenziale animico), e in questo cammino possiamo immaginare di essere accompagnati da una Guida, magari una figura genitoriale protettiva.
E' comunque un cammino di - e verso - la luce interiore, la "visione ampia" delle cose e del loro perché.

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/305691/summer).

C'è una scelta da fare all'inizio di questo cammino: cuore o mente/cervello?

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/306148/balance).

Don Juan (Castaneda, "A scuola dallo stregone") afferma che il cammino per diventare "uomo di conoscenza" o "guerriero" deve avere un cuore e che non importa quale sia il percorso da fare, ma deve essere vissuto fino in fondo.

A me è sempre piaciuto questo insegnamento, me lo porto dentro da quasi 50 anni e cerco di renderlo effettivo sempre di più!

Un cuore singolo che procedendo...

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/289093/heart-tree-with-roots).

...incontra altri cuori, attiva altri cuori, in qualche modo diventa un "albero di cuori"!

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/294173/hearts-tree-silhouette-by-karen-arnold).

Un altro modo in cui mi piace rappresentarlo è con i colori dell'arcobaleno che nell'insieme rappresentano tutte le dinamiche umane nel loro susseguirsi, dalla materia (rosso) allo spirito (viola), così come sono stati anche attribuiti ai chakra come "strada interiore"...

Disegno condiviso da GordonLunar
(openclipart.org/detail/171384/chakra-meditation).

...oppure esteriore, sia come una sequenza di dinamiche una dopo l'altra...

Disegno condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/283456/rainbow-road).

...oppure tutte insieme contemporaneamente (per chi ne è capace, il che non è così facile!)

Disegno condiviso da liftarn
(openclipart.org/detail/324495/flowing-colored-lines).

Il risultato finale (o per lo meno uno dei massimi risultati possibili al livello attuale in cui si trova l'umanità) è il diventare consapevoli che siamo Uno, che ognuno di noi non è che una cellula del grande Organismo Unico che è l'Umanità nel suo insieme, e che l'unico modo per far funzionare bene l'organismo, come diceva Catone al tempo dei Romani, è che ogni parte, ogni organo esegua la propria funzione senza giudicare o ostacolare quella degli altri, collaborando alla buona riuscita dell'insieme.

Disegno di base condiviso da GDJ
(openclipart.org/detail/254039/prismatic-love-human-family).

BUON CAMMINO!