Delia

La mia "professione di fede"

Sono nata nell'immediato dopoguerra e sono stata educata nel cattolicesimo più bigotto (al quale, pur essendone succube, nel mio profondo mi sono sempre ribellata): ho fatto le elementari a tempo pieno dalle suore, che mi hanno talmente terrorizzata con il senso del peccato, che alla sera avevo paura ad addormentarmi, perchè mi dicevo: "Se muoio nel sonno vado all'inferno!"

E quali erano i miei "grandi peccati", per cui sentivo di rischiare l'inferno? Sicuramente il peggiore, oltre all'essere testarda e capricciosa, era quello che rubavo i soldi dal portafoglio di mio papà per andarmi a comprare il cioccolato da mangiare di nascosto a scuola (probabilmente avevo bisogno di endorfine per aiutarmi a reggerne la tensione!).

E' stato un incubo per anni.

Di contro, io dentro di me mi definivo "amica di Dio": spesso, quando non ero terrorizzata dall'idea dell'inferno, (in realtà altalenavo tra le due fasi), prima di addormentarmi "volavo da Lui", mi sedevo sulle Sue ginocchia (non era forse il Padre nei Cieli?), e parlavo con Lui. Di cosa? Non ricordo. Ma sicuramente non erano gli argomenti di conversazione ad essere importanti, l'essenziale era la mia "amicizia" con Lui, amicizia che ho tenuta segreta fino all'età adulta; allora inconsciamente sapevo che se ne avessi parlato me l'avrebbero distrutta, e mi avrebbero messa all'indice come "eretica".

Ho fatto poi le medie in una scuola pubblica, con insegnanti laiche e... liberazione!... I miei pensieri si sono allontanati dalla religione, sia nei suoi aspetti terrificanti che in quelli "estatici".

Poi c'è stato il liceo, la fase più gratificante della mia giovinezza, periodo che mi ha portato in aperto conflitto con la religione strutturata e le sue chiusure, soprattutto per la bigotteria che riguardava la sessualità, mentre il mondo fuori cominciava a reclamare l'amore libero.

Negli anni '68-'70 è arrivata la "rivoluzione", il crollo (mentale, non reale) di tutti gli schemi vecchi, la ricerca (ancora mentale) di un mondo nuovo, i conflitti, la destrutturazione di quasi tutto quello che mi portavo dentro, in parole povere il baratro totale, senza appigli, se non una latente fiducia in me stessa che non mi ha mai abbandonata.

Nel 1973 è iniziato il duro processo di risalita, aiutata dalle due "guide spirituali" che la vita mi aveva fatto incontrare.

Tra gli anni '80 e il '90, non ricordo con precisione, è arrivata per me la "Grande Riconciliazione": mia sorella Livia mi ha passato un libro che per lei era stato molto importante: "Angeli in Astronave" (di Giorgio Dibitonto, Edizioni Mediterranee, 1983) che per me è stato uno shock estremamente positivo.

Conclusa la lettura del libro, mi sono sentita mentre dicevo: "Che bello, Padre, Ti ho ritrovato!". E dentro di me è risuonato, forte e chiaro: "Non mi hai mai perduto, guardavi verso il basso!".

Questa è stata l'unica volta nella mia vita che ho "sentito" la voce di Dio in parole, ed è stato uno shock tale che ancora oggi mi emoziona.

Ho ripreso a parlare con Lui, senza più il bisogno di "volare sulle sue ginocchia" come facevo da bambina, ma sentendomi in contatto e dialogo continuo, a volte aperto e consapevole, a volte "subliminale".

Non solo io Gli parlo (a parole), ma "sento le risposte" (anche se Lui è decisamente meno chiacchierone di me), non a parole, ma attraverso gli eventi, gli incontri, le sincronicità, i pensieri improvvisi che mi balenano in testa e che capisco benissimo non essere "farina del mio sacco".

Così l'antica amicizia si è ricostruita e si rinsalda sempre di più, dandomi l'assoluta certezza di essere in connessione, anzi, "cellula" del Divino, a cui chiedo ispirazione e forza per attuare "la mia parte del Nostro Piano sulla Terra".

E, senza presunzione, credo proprio che questo sito sia parte di questo Progetto! (e qui mi sento un po' come i Blues Brothers, in "missione per conto di Dio"!...).