Delia e Luca

Entronauti per caso

Entronauta: termine creato da Piero Scanziani (autore del libro "Entronauti - Cercatori di Dio faccia a faccia" - 1969) per indicare un uomo o una donna che sceglie di orientare la propria vita intorno al suo principio essenziale o alla ricerca di questo principio. Il "per caso" è un riferimento ai "Turisti per caso" (Syusy Blady e Patrizio Roversi) in voga nel periodo di co-inizio entronautico di Delia e Luca.

Entroduzione di Delia

Nell'autunno del 2007, dietro indicazioni della mia amica Rosanna, mi sono iscritta al coro del "CAM Garibaldi" (CAM = Centro di Aggregazione Multifunzionale - i corsi del Comune di Milano), dove ci si incontrava un pomeriggio alla settimana, e dove mi sono trovata talmente bene che, quando ho saputo che lo stesso coro "raddoppiava" i suoi incontri in un altro pomeriggio della settimana al "CAM Scaldasole", ho deciso, anche se molto meno comodo da raggiungere per me, di recarmi anche lì.

Ho notato subito che alcune delle persone erano le stesse del gruppo "Garibaldi", ma qui c'erano alcuni partecipanti che ancora non conoscevo.
Tra questi un padre, settantenne, e un figlio, quarantenne, che in realtà sembrava molto più giovane, un ragazzo alto, magro, con una massa di capelli ricci brizzolati, un tipo che di sicuro non poteva passare inosservato!...

Al coro "Scaldasole" eravamo sistemati in file una dietro l'altra: le donne, soprani e contralti (io sono contralto) davanti, e gli uomini (tenori e bassi) dietro, per cui durante le prove del coro davo le spalle al gruppo degli uomini, e non potevamo entrare in contatto visivo.
Dopo qualche tempo la coppia padre-figlio ha cominciato a frequentare anche l'altro spazio, il "Garibaldi", dove la collocazione era a semicerchio - da sinistra a destra: contralti, con i bassi dietro, poi i soprani e infine i tenori - in questo modo mi sono trovata ad avere proprio di fronte a me il ragazzo brizzolato (Luca), che cantava tra i tenori.

Il coro (musica, voce, espressione...), si sa, muove delle emozioni e delle energie molto profonde, e questo è ciò che è successo a me.
Un giorno all'improvviso, mentre cantavamo, ho avuto una visione: il coro presente non c'era più, eravamo tutti seduti su degli scranni di legno, quelli dei "cori" delle chiese medioevali, tutti vestiti con abiti monastici, tutti uomini (io compresa), il "ragazzo" era proprio di fronte a me, anche lui in abiti monastici, e con un viso differente da quello attuale, e tra noi due si era stabilita una specie di corrente di intesa molto profonda, che esprimevamo attraverso il suono.

Immagine tratta dal film "Il grande silenzio"

Ho riconosciuto subito il messaggio: di esperienze del genere nella mia vita ne sono successe talmente tante, che per me sono diventate quasi di "ordinaria amministrazione".

Avevo già scoperto, anni addietro, di avere avuto una vita monastica, come uomo, probabilmente in Germania, probabilmente nel secolo XVI° (date e luoghi precisi non hanno importanza: nella ricostruzione delle vite passate quello che è importante sono le "dinamiche" di vita, quello che è successo); sapevo che in quella vita avevo sviluppato il canto, sia come coro sacro (probabilmente gregoriano), sia come canto libero insieme alla natura, quando ero stato espulso dal convento ed esiliato in un eremo, dove avevo sviluppato il contatto con gli elementi della natura, con le pietre, gli alberi e gli animali attraverso la voce. Ma allora non sapevo perché ero stato esiliato, ora la motivazione almeno in parte era emersa.

Nei giorni successivi alla "visione" nel coro, ho "lavorato" con i mezzi che ho a mia disposizione, alla comprensione dell'insight ricevuto, e la sintesi finale è stata questa:

chiamiamo "Frà 1" il "me" di quell'altra vita, e "Frà 2" il ragazzo brizzolato.

Frà 1 e Frà 2 fanno parte della stessa congregazione monastica, dove si lavora, si prega, si canta in coro....
Tra i due, molto sensibili e molto bisognosi di affetto e di comprensione, nasce un'intesa emozionale, che vivono soprattutto durante il coro, dialogando attraverso la voce, con suoni particolari che non interferiscono con l'andamento generale, ma che sono un loro "codice di comunicazione", una specie di "overtones"; loro si divertono molto a fare ciò, ci giocano, e hanno anche la sensazione di prendere un po' in giro l'intera congregazione.
Ovviamente la cosa non passa inosservata ai superiori, che, temendo il degenerare di questa non del tutto sana relazione, li separano.
Uno dei due, il più "sfacciato", Frà 1, viene esiliato in un eremo dove, proprio perché è forte e orgoglioso, non si dà per vinto, ma sviluppa un modo tutto suo per reagire, un qualcosa di totalmente inusuale e precursore rispetto i tempi correnti: l'uso libero della voce, potrei definirlo "psichico" (cosa ormai comune tra alcuni terapeuti, e sicuramente molto comune da tempi remoti in molte civiltà "naturali", di diverse parti del mondo).
Il secondo, Frà 2, più fragile psichicamente, va in depressione (non mi è "arrivato" come finisce poi la sua storia, perché non riguarda me direttamente, ma lo posso intuire da come l'ho ritrovato in questa vita).

Dato che tra una vita e l'altra c'è continuità di dinamiche, ho "reincontrato" Frà 2/Luca in un momento in cui era in profonda depressione, reduce da esperienze che lo avevano intimamente scioccato, e di cui, se vorrà, parlerà lui stesso (questo non è compito mio).

Immagine tratta dal film "Il grande silenzio"

La mia funzione, dopo la "rivelazione", è stata il recuperare il rapporto da dove eravamo stati costretti a troncarlo, sempre in un cammino spirituale, non più rigido come allora, ma libero e creativo... e questo è stato per me l'inizio del viaggio "entronautico" che abbiamo intrapreso insieme e che continua, a oltre 12 anni di distanza e che ha permesso la creazione di questo sito!

Entroduzione di Luca

In allestimento.

 

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