Delia

Il Reiki e la Morte

La Morte in Briciole di Gioia?!?!?!

Si, perchè le esperienze che ho avuto in proposito sono state tra le più commoventi e gioiose della mia vita.

Pratico Reiki dal 1994 (tra le diverse altre attività), e lo insegno da quando ho preso il Master nel 1996.
Mi sono successe tante cose, sia durante i trattamenti che durante le attivazioni, ma tra queste le esperienze più forti, più emozionanti e più gioiose sono state quelle di contatto con la Morte.
Ma andiamo per ordine.

Il Reiki è un antico metodo di guarigione naturale (io preferisco definirlo "cura naturale", così non si creano troppe aspettative!), riformulato negli anni '20 da Mikao Usui, e che, partendo dal Giappone, è stato insegnato, attraverso varie "discendenze", in tutto il mondo, dove si è diffuso moltissimo per la sua semplicità e la sua efficacia.
Si articola in 3 livelli:
Con il 1° livello si possono fare trattamenti (e autotrattamenti) "mani sul corpo", seguendo uno schema ben preciso, utile come allenamento per chi inizia, o imparando a "sentire" il fluire delle energie e a creare percorsi individualizzati.
Non è qui lo spazio per entrare in dettaglio, ci sono decine se non centinaia di libri e documenti che ne parlano.
Quello che qui mi interessa soprattutto è il 2° livello (il 3° livello è il Master, la "patente" per l'insegnamento); nel 2° livello, attraverso l'uso dei simboli, si va "oltre lo spazio ed il tempo", e si possono fare trattamenti "a distanza".
Questo vuol dire avere la possibilità di aiutare le persone sia a distanza di spazio - un'altra città, un'altra nazione... - sia a distanza di tempo. Faccio degli esempi:
- possiamo "curare" il nostro passato, come i traumi infantili, allentando i legami di dolore che ancora ci affliggono e ci condizionano;
- possiamo "curare" il nostro futuro, ad esempio predisponendoci positivamente a un esame, un colloquio di lavoro, un incontro sentimentale importante, in cui potremo dare il meglio di noi stessi, avendo limitato con il Reiki le emozioni negative e soprattutto la paura;
- tutto questo lo possiamo fare anche per gli altri, ma a una condizione fondamentale e imprescindibile, che è la regola-base del Reiki: la formula "per il massimo bene", il che vuol dire che non cerchiamo di condizionare nessuno, neppure noi stessi, a quello che noi pensiamo sia la cosa giusta, ma ci arrendiamo con totale fiducia alla "volontà divina", o meglio, alla "giustizia cosmica", al "Sommo Bene del Tutto", ...

Fatta questa premessa, veniamo all'argomento che più mi preme:
Con il 2° livello di Reiki è possibile aiutare i morti a "fare il passaggio".
Questo non è un telefilm, è un'esperienza vissuta.
Naturalmente ci vuole molto allenamento, e anche l'aver sviluppato la capacità di visualizzazione, per poter testimoniare (il processo, eseguito nel modo giusto, avviene anche se non ne diveniamo consapevoli, ma in questo modo non potremo mai averne la certezza).
Ho fatto molte esperienze in merito, e tutte mi hanno profondamente commossa.
Il procedimento è il seguente:
Si "entra" nella dimensione al di là dello spazio e del tempo (chi ha il 2° livello di Reiki sa come si fa), si chiama la persona morta da poco (o anche da molto, se si percepisce ancora in qualche modo la sua presenza); se non la si conosce personalmente ci si presenta 1, dichiarandosi "amico, parente, ecc di... (suo conoscente o parente), che ci ha incaricato di aiutarla, non essendo in grado di farlo lui stesso, o anche solo come sostegno richiesto (questo è molto importante, ci vuole sempre la richiesta e il permesso), si chiede alla persona se vuole essere aiutata a fare il passaggio, e se la risposta è affermativa 2 si procede come un normale trattamento di 2° livello Reiki, rimanendo osservatori di quello che succede.

Capita di aiutare persone che non sanno di essere morte: nella nostra cultura non c'è preparazione, anzi, si tende a "rimuovere la morte", così le persone possono non accorgersi di morire, soprattutto se la morte avviene nel sonno; in questo caso è possibile percepirle in una nebbia, in cui anche loro si vedono, e che loro non riescono a interpretare; dopo essersi presentati, bisogna quindi spiegare loro che sono morti, e indicare come uscire dalla nebbia, e andare verso la luce (a volte è un "tunnel", a volte no).
Un'esperienza bellissima che ho vissuto è stata quando una di queste persone che avevo indirizzato fuori dalla nebbia verso la luce e verso la sua "famiglia d'anima" che lo stava aspettando, già attorniato da loro si è voltato, mi ha sorriso e mi ha salutato con la mano.
Altre persone hanno bisogno di "rivedere" la loro vita, e in questo caso le si sostiene mentre fanno ciò, dando loro l'energia di luce-amore del Reiki (solo loro vedono lo scorrere della loro vita, chi li aiuta li assiste solamente, continuando a trasmettere energia).
Altre ancora vengono trattenute dai sospesi che hanno con persone viventi; in questo caso bisogna aiutarle ad affrontare e superare in qualche modo (sempre molto individuale) questi sospesi.

Il punto finale è sempre che la persona entra nella luce, dove trova qualcuno a lei caro ad attenderla e ad avvolgerla nell'amore.

A questo punto, emozionata e felice, "chiudo" il trattamento secondo i canoni specifici del 2° livello Reiki.

Un caso a parte è stato quello della vedova inconsolabile, morta a 9 mesi di distanza dal marito: poche ore dopo il decesso mi sono resa disponibile a sostenerla ed aiutarla a "fare il passaggio"; già le avevo fatto un trattamento di 2° livello di Reiki la sera prima, quando era ancora viva, ma in coma: l'avevo percepita in una sorta di confusione mentale, certamente spiegabile dalla condizione in cui si trovava. Ciò nonostante alla mia offerta di aiuto aveva "risposto" di si. La sera dopo, forte del suo assenso, mi sono apprestata, come tante altre volte, a "guidarla" verso la luce. Con grande commozione alla mia offerta di aiuto mi sono sentita "dire": "Grazie, non ne ho bisogno: è già venuto mio marito a prendermi".
Grata e commossa l'ho salutata, benedetta, e ho chiuso il collegamento.

Note importanti:

Nota 1 - Quando ero ancora poco esperta, su richiesta di un amico, mi sono accinta a fare il trattamento a una sua parente morta da poco; ho preso contatto, e mi sono sentita dire "Ma tu chi sei?". Mi sono "identificata" chiarendo chi mi aveva incaricata; al che mi son sentita rispondere: "Ah, va bene!...", e così ho potuto procedere. E' stato un insegnamento inequivocabile!
E' chiaro che tutti i "discorsi" avvengono sul livello del pensiero, non si usa la voce! (torna al testo)

Nota 2 - Nel 2° livello Reiki è fondamentale sempre e comunque la formula "Per il massimo bene", perchè non possiamo mai essere sicuri di aver inteso giusto l'intenzione della persona trattata a ricevere l'aiuto energetico che ci apprestiamo a dare. (torna al testo)

Ma non è tutto:

Il Reiki e la Reincarnazione

Si, attraverso il Reiki (come in diversi altri modi) si possono aprire le vite passate, e questo può avvenire anche semplicemente con il 1° livello.
E' successo a me.
Erano i primi anni '90; io allora non sapevo neppure cosa fosse il Reiki, quando una amica mi ha proposto un ciclo di 10 trattamenti di 1° livello; ho accettato più per amicizia e per curiosità che per necessità.
Con i primi 6 trattamenti non è successo nulla, a parte rilassamento e senso di benessere.
Durante il 7° trattamento ho cominciato a visualizzare me stessa, giovane e minuta (io tendo al robusto-robusto!), vestita di una tunica bianca, ai piedi di una collina.
Da lontano ho "visto" arrivare dei soldati romani che trascinavano, in catene, degli uomini seminudi dalla pelle scura (i vinti?).
Via via che si avvicinavano vedevo più chiaramente la pelle scura, lucida di sudore, percepivo la sofferenza dei prigionieri e la crudeltà dei soldati, e sono stata invasa da una commozione profonda.
Ho rivissuto la promessa fatta in quel tempo lontano, di dedicare la mia vita a combattere i "soprusi dell'uomo sull'uomo".
Da quel momento della "visione" è partita la "ricostruzione" della mia "vita romana", della quale sono poi emersi altri frammenti, come un puzzle che via via si completava, in parte attraverso i sogni, in parte nuovamente attraverso Reiki.

Nella mia carriera di Master Reiki mi è poi successo diverse volte che si aprissero, assolutamente senza cercarle, vite passate delle persone che stavo trattando o che stavo attivando; di queste esperienze, alcune molto intime, non posso parlare, per rispetto alla privacy delle persone stesse.

Siamo in una cultura che non crede alla Reincarnazione, rispetto a 2/3 circa dell'umanità che invece ci crede e la dà per scontata, come era per esempio nel cristianesimo primitivo.

"Quando Gesù chiede agli apostoli: 'Chi credete che io sia?', essi rispondono: 'Alcuni dicono che sei Giovanni Battista, altri Elia ed altri Geremia o uno dei Profeti' (Matteo XVI, 13-14). Ciò testimonierebbe l'accettazione della possibilità che un profeta del passato potesse reincarnarsi nel Cristo." (da Wikipedia, it.wikipedia.org/wiki/Reincarnazione#Cristianesimo)

La credenza nella reincarnazione è stata eliminata "a forza" dal Concilio di Nicea del 325 d.C., ed è stata resa eretica dopo il Concilio di Costantinopoli del 533 d.C; non siamo qui per discuterne le motivazioni, religiose o politiche che siano.

Per me la reincarnazione è una realtà vissuta.

Nei miei quasi 50 anni di "lavoro interiore" mi sono emersi talmente tanti frammenti, ricordi, tessere dei puzzle delle vite passate collegate alla mia vita presente (che ne spiegano le dinamiche, le capacità e le difficoltà), che non posso non credere, o meglio non "sapere".
All'inizio questi ricordi sono stati indotti dalla R-Therapy, poi hanno cominciato a emergere spontaneamente, attraverso sogni, meditazioni, Reiki, flash improvvisi anche in stato di veglia rilassata, che non posso non tenere presenti. Per me è. Ed è parte della mia vita presente che ne risulta completata, arricchita, consapevolizzata.

Non ho sviluppato un metodo per aiutare gli altri a ricordare le vite passate, questo capita quando ha bisogno di capitare, indipendentemente dalla volontà e dal desiderio mio o dell'altro, quando la persona che sto trattando è pronta e ne ha bisogno per poter fare un passo di consapevolezza e di "presa di potere" della propria vita.

La conclusione di tutto ciò:

La Morte? Il pensiero della Morte non mi fa più paura: le esperienze che ho fatto, quello che ho intravisto attraverso le persone che ho "accompagnato", mi hanno dato l'assoluta certezza che la dimensione "oltre il velo" ha in sé una luce e una gioia oltremodo più grande di qualsiasi gioia possiamo vivere qui sulla Terra, e mi hanno evocato anche la consapevolezza che è importante prepararsi, per non perdersi neppure un attimo della Luce del Passaggio!

Informazioni sul Reiki

Il testo di questa pagina è di Delia ed è distribuito attraverso una licenza Creative Commons (creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/deed.it).
Le foto dei cristalli e del gatto egiziano della collezione di Delia sono di Luca e sono distribuite attraverso una licenza Creative Commons (creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/deed.it).
I materiali di base del fiore con le nuvolette sono di nbcorp (openclipart.org/detail/159451/permaculture-flower-by-nbcorp) e Billy Alexander (www.sxc.hu/photo/1200966), l'elaborazione grafica è di Luca.

Reiki - 1 - Premessa: verso l'autoguarigione Reiki - 2 - Cosa è e cosa non è il Reiki Reiki - 3 - La storia del Reiki Reiki - 4 - I tre livelli del Reiki Reiki - 5 - Le attivazioni al Reiki Reiki - 6 - Le 'crisi di guarigione' Reiki - 7 - Insegnamenti pratici